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Galantino: “Nella lotta alla mafia la Chiesa italiana c’è”

Il segretario generale della Cei è intervenuto alla IV edizione di 'Contromafie', promossa da Libera

Pubblicato:04-02-2018 16:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:26
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ROMA – Contro “la presenza invasiva e pervasiva della mafia nella vita pubblica e nelle decisioni dei singoli ci siamo anche noi. La Chiesa italiana ci sta”. Così Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, intervenendo alla IV edizione di ‘Contromafie’, promossa da Libera al Centro Congressi Angelicum.

“Potrebbe sembrare banale- aggiunge- ma voglio ribadirlo. La Chiesa ci sta. Ci stanno i singoli credenti, ci stanno tanti preti e tanti Vescovi, ci stanno tante realtà ecclesiali”. E manda “due messaggi: il primo ad extra, il secondo ad intra”. Il primo: “A fronte di colpevoli ritardi del passato oggi posso esibire storie, nomi e fatti concreti che hanno tanti di voi come protagonisti. Storie, nomi e fatti che, non da oggi, vedono uomini e donne di Chiesa impegnati, non intorno al Tavolo 13, ma per strada mettendoci faccia e impegno necessari proprio perché non si sentono estranei alla sofferenza del loro popolo. Probabilmente agli estensori della relazione del Tavolo 13 non dicono niente i nomi di don Italo Calabrò, don Peppe Diana, don Pino Puglisi e tanti altri. Ripeto, la mia non è una rivendicazione quanto piuttosto la voglia di prendere le distanze da chi farebbe bene ad abbandonare ideologismi sterili per vedere dove c’è l’impegno e riconoscerlo. Vedere dove vi sono mancanze e denunziarle. Ma lo strabismo ideologico, credetemi, non serve a nessuno. Soprattutto non serve in questo campo”. Secondo messaggio, prosegue il segretario: “Ho affermato all’inizio che sono qui per dirvi che la Chiesa ci sta. Ci stanno i singoli credenti. Ci stanno tanti preti e tanti Vescovi. Ci stanno tante realtà ecclesiali. Lo ribadisco con semplicità, umiltà, ma anche con decisione in questo contesto con la speranza che quanto dico esca da questo contesto per farsi strada in luoghi, teste e cuori che fanno fatica a ritenere segnate dal Vangelo questa presenza e questa partecipazione”.

“Insisto- continua- sul carattere evangelico della presenza ecclesiale nella lotta alla mafia perché vedo e sento in giro ancora parole che tendono a derubricare l’impegno di uomini e donne di Chiesa e la loro presenza per combattere la mafia a impegno e presenza marginali rispetto al Vangelo”. Galantino osserva: “Secondo alcuni questo impegno e questa presenza sono soltanto espressione di sensibilità particolari o personali. Io sono qui per rivendicare il carattere e la motivazione fortemente evangelici di ogni presenza e di ogni impegno che ci vede fare un tratto di strada con chi, per un motivo o per un altro, non ce la fa. E ditemi voi- continua il messaggio- se intere famiglie, donne e uomini che si vedono confiscare la libertà e la dignità di vivere una vita normale dalla prepotenza della mafia non sono tra coloro che proprio non ce la fanno! Che vita è non poter scegliere di veder rispettata la propria voglia di giustizia e di legalità? Che vita è quella di chi deve continuare a chiedere per favore ciò che spetta per diritto? Queste ed altre forme di privazioni o di imposizioni rendono poveri almeno quanto rende poveri la mancanza di mezzi di sussistenza”. La conclusione: “Di questo tipo di povertà la Chiesa è chiamata a farsi carico. Sono qui per ricordare tutto questo a me innanzitutto e per chiedere a tutti voi di continuare a camminare insieme per coltivare e far crescere il coraggio della speranza e per non smettere di desiderare il martirio della fedeltà quotidiana al Vangelo”.


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