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Investito e ucciso a 8 anni il giorno di Natale, i genitori: “Spenta nostra luce”

Chiedono verità e giustizia i genitori di Oriel Skura, investito nella frazione di Foggia di Borgo Segezia, in via Napoli all'altezza del civico 95, tratto della Statale 90

Pubblicato:04-01-2023 14:14
Ultimo aggiornamento:04-01-2023 15:12
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BARI – “Oriel non stava giocando a pallone in strada, si trovava sul ciglio della carreggiata assieme a noi e ai nostri parenti: com’è possibile che chi lo ha travolto non l’abbia visto né abbia frenato, alle tre del pomeriggio e in punto dove non si dovrebbero superare i 50 chilometri all’ora? Ha spento per sempre la luce della nostra vita”. Chiedono verità e giustizia i genitori del bambino di otto anni, Oriel Skura, investito il giorno di Natale nella frazione di Foggia di Borgo Segezia, in via Napoli all’altezza del civico 95, tratto della Statale 90.

La famiglia del bambino, di origini albanesi ma da diversi anni residente a Noicattaro, in provincia di Bari, era a Borgo Segezia per festeggiare il Natale assieme ad alcuni parenti. Dopo il pranzo, verso le 15, sono usciti tutti di casa per salutarsi, trattenendosi in parte nel cortile, in parte sul ciglio della strada. A quel punto – si legge in una nota di Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui la famiglia si è affidata – la Peugeot 2008 condotta da una donna lo ha falciato. A riprova del fatto che il bambino fosse non in mezzo ma ai bordi della Statale ci sono ben evidenti i danni riportati dalla vettura, tutti concentrati sul lato anteriore destro. E peraltro ingenti, il cofano è tutto accartocciato, segno che difficilmente l’automobilista, che non ha lasciato alcun segno di frenata sull’asfalto, rispettava il limite di velocità di 50 km/h prescritto in quel tratto.

Oriel, sbalzato a svariati metri di distanza, è stato trasportato in ambulanza in condizioni disperate al Policlinico di Foggia, spirando poco dopo il suo arrivo. “Oriel era il sole della nostra casa e della nostra famiglia, aveva un’energia positiva con tutti, abbracciava qualsiasi persona lo trattasse con affetto e amore. Era un bambino molto felice e sempre sorridente, gli piaceva fare festa, ballare, cantare, godeva di ogni attimo della sua vita. Ha lasciato un bel ricordo di sé in qualsiasi posto che ha frequentato, fuori casa aveva la maturità di un adulto. Ogni giorno in cui andiamo al cimitero, davanti alla sua tomba troviamo sempre persone che gli rendono visita e omaggio, i suoi amici, i suoi compagni di classe e di scuola e i loro genitori”, lo piangono mamma Merita e papà Olsi, che hanno dato l’ultimo saluto al loro piccolo il 28 dicembre.


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