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Mamma, mamma guarda, in tv c’è ancora il Conte ter

L'editoriale di Nico Perrone, direttore dell'Agenzia di Stampa Dire

Pubblicato:04-01-2021 17:20
Ultimo aggiornamento:04-01-2021 17:20

matteo renzi giuseppe conte
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ROMA – “Il braccio di ferro tra Renzi e Conte? Mi fa pensare a quando alle elementari si andava in bagno per vedere chi ce l’aveva più lungo”. Siamo d’accordo, la battuta dell’esponente Dem è greve ma rende l’idea di come viene percepita la guerra in corso tra il capo di Italia Viva, Matteo Renzi, e il premier Giuseppe Conte.

Una contrapposizione personale oltre che politica, e per questo assai pericolosa. Nessuno crede, e in questo Renzi ha ragione, che si possa arrivare alle elezioni anticipate in piena epidemia. Non riapriamo le scuole e ci mettiamo tutti in fila per votare? Assurdo. Quindi? Quindi si tratta, i contatti sono frenetici perché mancano poche ore alla resa dei conti o del Conte, fate voi.

Per quanto riguarda le ipotesi in campo, al momento la bilancia pende per un Conte ter, un altro governo con molti ministri nuovi, più politici. Basterà a Renzi? Tanti, anche qui in maniera trasversale (e qualcuno giura che anche dalle parti di Palazzo Chigi si pensa questo), sono convinti che Renzi stia fingendo. Altri dicono no, che stavolta andrà fino in fondo, con l’obiettivo di restituire Conte all’università.


Anche il premier, però, non è messo bene. Pd e M5S, al di là dell’appoggio verbale, al momento sembrano più interessati a guardare come andrà a finire. “Noi del Pd- sottolinea una fonte autorevole- non ci immischiamo in questa roba, abbiamo mandato al premier le nostre osservazioni su come spendere i fondi Ue, come gli altri, e ci aspettiamo che Conte presto convochi tutti per illustrare la sua sintesi. A quel punto diremo la nostra”.

Nel frattempo, nei palazzi della politica si rincorrono le voci più disparate. “Il Conte bis è archiviato, forse ci sarà un Conte ter, forse, ma il governo dovrà risultare quasi del tutto nuovo”. E si capisce il motivo: pensate al semplice cittadino che accende la tv per sapere com’è andata a finire la crisi aperta da Renzi e si ritrova di nuovo Conte. “Almeno ci vorranno sette, otto nuovi ministri, facendo entrare anche politici di peso” spiegano alcuni parlamentari. E qui, come diceva Totò, casca l’asino, perché alla fine risulteranno sempre ministri di Conte.

Di qui l’altra voce: “Se il Pd, ormai primo partito della coalizione, proponesse Mario Draghi, chiamandolo a dare una mano al Paese, a quel punto tutto il quadro salterebbe. Chi potrebbe dire di no a Draghi il salvatore? Si spaccherebbe anche il centrodestra, con Forza Italia pronta al ‘sacrificio’, e pure per il leader della Lega, Matteo Salvini, sarebbe un bel problema mettersi contro un pezzo da novanta come Giancarlo Giorgetti, da sempre sponsor di Draghi. Tutti saprebbero che dopo la prova di governo per Draghi ci sarebbe il Quirinale come riconoscimento. E qui, sempre ripensando a Totò, ricasca l’asino: perché sono in molti che aspirano al Colle, e proprio per questo pensano e sperano che Draghi si tiri fuori da solo. Se alla fine il premier Conte sarà costretto a passar la mano, magari al capo delegazione Pd, Dario Franceschini, magari potrebbe rientrare come ministro degli Esteri al posto di Di Maio ‘promosso’ Vicepremier.

Qualcuno, al contrario, se la ride, e punta tutta la posta sulla vittoria di Conte, che ormai è nel cuore di una gran parte dei cittadini italiani. Chissà, magari passo dopo passo alla fine potrebbe pure scalzare il record dei sette governi Andreotti. Quello che ormai è chiaro, e lo si vedrà nelle prossime ore, come diceva il nostro Stanislaw Jerzy Lec, è che i contendenti “si abbracciarono così stretti che alla fine non rimase spazio per i sentimenti”, ma solo per i coltelli.

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