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Bologna, sos per ‘Radio Città del Capo’: “Vogliono zittirla”

L'allarme lo lanciano, con un comunicato dal titolo "Vogliono zittire Radio Citta' del Capo", i redattori e le redattrici della storica emittente bolognese

Pubblicato:04-01-2020 11:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:48
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ROMA – Entro il prossimo 10 gennaio, l’editore di Radio Citta’ del Capo, la NetLit srl, “ha deciso di eliminare dalla programmazione i programmi locali di cronaca, politica e cultura e di smantellare la redazione di Bologna. I giornalisti potrebbero anche perdere il lavoro, cosi’ ci e’ stato comunicato”. L’allarme lo lanciano, con un comunicato dal titolo “Vogliono zittire Radio Citta’ del Capo”, i redattori e le redattrici della storica emittente bolognese.

Da 32 anni Radio Citta’ del Capo “racconta Bologna e il mondo. Lo fa in maniera libera, all’interno del network di Radio Popolare, senza bandiere o schieramenti, ma sempre dalla parte dei diritti e dei piu’ deboli. Politica, cultura, musica. Radio Citta’ del Capo e’ diventata nel tempo un punto di riferimento per la citta’ di Bologna, e non solo”, ebbene “tutto questo potrebbe non esistere piu'”.

I redattori usano toni netti nel delinerare lo scenario che si profila: “Tutto sara’ spazzato via, a partire dalle tante trasmissioni dei conduttori e delle conduttrici che da sempre rendono Citta’ del Capo quel patrimonio che e’ -e che vogliamo che resti- per la citta’ di Bologna”.


In particolare, continua il comunicato, “sara’ azzerato lo spazio che la radio sta dando alla politica regionale, e questo succedera’ in un momento decisivo per l’Emilia-Romagna. A meno di un mese dalla elezioni del 26 gennaio. l’editore di Radio Citta’ del Capo, con una circolare firmata dal presidente del Cda Renato Truce, ha dato l’ordine di sospendere quella che per lui e’ stata una ‘sperimentazione’ -la cronaca locale- e che per noi e’ invece da sempre il lavoro di tutti i giorni e la storia di 32 anni di radio”.

I redattori di Radio Citta’ del Capo raccontano anche che “per descrivere il nostro lavoro l’editore sta utilizzando espressioni come ‘utilizzo indebito’ della frequenza. Come se raccontare la scena culturale, musicale e politica di Bologna fosse qualcosa di indebito, e non invece -come e’ e vogliamo rimanga- il cuore e il senso stesso del progetto di Radio Citta’ del Capo. Il tutto senza parlare delle pressioni al limite della vessazione verso i lavoratori della radio”.

Dato l’allarme, i redattori dell’emittente promettono che non staranno a guardare: “Vogliamo impedire che Radio Citta’ del Capo si trasformi in una delle tante frequenze radiofoniche fantasma che nessuno ascolta e nessuno ricorda. Faremo tutto quel che serve per fare in modo che Radio Citta’ del Capo continui a vivere, e resti punto di riferimento per la citta’ di Bologna”.

Con loro si schiera il Cdr di Radio Popolare pronto ad appoggiare le azioni in difesa della radio condannando “l’atto di prepotenza e vessazione che vorrebbe zittire una voce storica della radiofonia indipendente non solo bolognese, ma italiana. Siamo allibiti nell’apprendere che tra le motivazioni ci sarebbe una presunta inutilita’ del racconto quotidiano del territorio, che con passione e professionalita’ i nostri colleghi svolgono da anni, arricchendo anche la programmazione e l’informazione di Radio Popolare”.

Per il Cdr di Radio Popolare la scelta fatta e’ “ancor piu’ stupefacente proprio in un momento in cui e’ urgente la necessita’ di voci libere ed indipendenti che aiutino a comprendere i cambiamenti delle nostre citta’, voci che andrebbero valorizzate e sostenute e non certo chiuse. Stupisce ancor di piu’ che a volerlo fare siano editori e cooperative che dietro alle presunte finalita’ sociali trattano l’informazione come una merce qualsiasi, disperdendo la professionalita’”.

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