VIDEO | Spaccio in strada a Catania con i bimbi in braccio, la droga era la “cialda”

A Catania 14 persone sono state arrestate (tre in carcere) per spaccio di droga: un giro da 4.000 euro al giorno, con dosi vendute in strada (talvolta calate dai balconi) o in casa del boss della banda

Pubblicato:03-12-2024 14:57
Ultimo aggiornamento:03-12-2024 14:57

spaccio san cristoforo
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PALERMO – Droga venduta in strada nel quartiere San Cristoforo di Catania anche davanti ai bambini, tenuti in braccio dagli spacciatori. Il particolare emerge dall’inchiesta della procura etnea che ha portato a 14 arresti da parte dei carabinieri. Sgominata una piazza di spaccio nello storico quartiere del capoluogo etneo.
Il volume d’affari stimato dagli investigatori era di oltre quattromila euro al giorno, incassati attraverso duecento cessioni nell’arco di 24 ore.

Il gruppo di spacciatori utilizzava anche un linguaggio criptico per parlare della droga. “Caffè“, o “cialda piccola/grande” erano alcuni dei termini utilizzati, così come “orologio” per indicare il bilancino di precisione che veniva utilizzato per pesare gli stupefacenti.
La marijuana veniva spacciata per le strade, la cocaina all’interno dell’abitazione del presunto capo della banda, Emanuele Napoli, o della madre di quest’ultimo, Maria Greco. Altre cessioni, secondo il racconto degli inquirenti, avvenivano in luoghi concordati preventivamente via messaggio. La banda utilizzava metodi ingegnosi per nascondere la droga, lanciando le dosi dai balconi delle palazzine di via Villascabrosa o calandole con i cesti dai balconi per passarle ai pusher.

GLI ARRESTI SONO 14

Il blitz, denominato ‘Villascabrosa’, è stato portato a termine dai carabinieri del Comando provinciale. Disarticolata una piazza di spaccio di cocaina e marijuana nel quartiere San Cristoforo, tra le vie Villascabrosa e Officina. I provvedimenti, richiesti dalla Dda etnea, erano stati in prima battuta respinti dal gip ma a seguito dell’appello presentato dalla procura, il Riesame ha emesso le ordinanze di custodia cautelare. La parola fine sui provvedimenti è stata scritta dalla Cassazione, che ha respinto i vari ricorsi presentati nel frattempo: undici indagati sono finiti in carcere, tre ai domiciliari.

L’indagine, condotta dal Nucleo operativo della Compagnia carabinieri di Piazza Dante, è andata avanti da novembre 2021 a settembre 2022 con una serie di pedinamenti e intercettazioni. Attività che hanno permesso ai militari di ricostruire le modalità dello spaccio e l’organigramma della banda.
Al vertice ci sarebbero stati Emanuele Napoli e Alessandro Carambia, di 43 e 35 anni, finiti entrambi in carcere. Sarebbero stati loro a fissare i prezzi di vendita della droga e ad organizzare ruoli e turni dei pusher, e avrebbero anche gestito la cassa comune dell’organizzazione. Coinvolti anche alcuni componenti della famiglia Napoli: la madre, Maria Greco, ultrasettantenne, avrebbe custodito la droga in casa per conto del figlio rifornendolo ad ogni sua richiesta. La donna è finita ai domiciliari. In carcere, invece, la moglie di Napoli, Alessandra Sudano, di 49 anni, che avrebbe indirizzato i clienti e gestito parte della contabilità.

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