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TORINO – Solidarietà, cassa integrazione, esuberi e uscite incentivate: questa è la “normalità” per gli operai delle fabbriche italiane Stellantis: da Mirafiori sud a Pomigliano, da Cassino a Cento, per citarne alcune, dove gli operai lavorano, se va bene, pochi giorni a settimana. E ricevono a fine mese stipendi fortemente decurtati e pagati per lo più dall’Inps a mille euro al mese, sempre nel migliore dei casi. Ieri è piombata anche qui , negli stabilimenti, la notizia dell’addio del dg Carlo Tavares, con il suo stipendio da decine di milioni di euro l’anno- chi dice 40, chi 50 milioni di euro- e la possibile buonuscita da 100 milioni di euro.
Le reazioni sono diverse: rassegnazione, protesta, paura di quel che sarà. Tra loro Sabrina De Luca, 52 anni, addetta alla 500 elettrica e una delle 2.800 tute blu delle Carrozziere di Mirafiori. La sua testimonianza è riportata da La Stampa: lei alla Cig è abituata, in una carriera lunga 24 anni, più di 10 li ha trascorsi in cassa integrazione. Adesso la situazione però è allarmante:” “Da marzo ho prestato servizio in linea a Mirafiori solo 8 giorni– spiega- Come si va avanti con uno stipendio da Cig di mille euro al mese e due figli da sfamare e da mandare a scuola?”. Figurarsi comprare un auto nuova: “Io e mio marito- anche lui operaio Stellantis- viaggiamo con una Lancia Ypsilon vecchia di dieci anni con il tubo di scappamento mezzo rotto- prosegue- Non ci sono soldi per andare in pizzeria, infatti io la preparo in casa per risparmiare, figurarsi per comprare una vettura elettrica o modelli Maserati scontati, come l’azienda ha avuto il coraggio di proporci”.
Sabrina ricorda quando le cose andavano meglio, con l’arrivo di Sergio Marchionne: “Ero operaia Bertone a Grugliasco, dopo 9 anni filati di cassa, poi con Marchionne, le speranze, e il rilancio dello stabilimento con Maserati”. Racconta ancora: “Ricordo con emozione il giorno nel 2013 dell’inaugurazione di Agap, la fabbrica Maserati intitolata all’Avvocato Gianni Agnelli”. E poi “Marchionne, una persona squisita, veniva spesso in fabbrica- prosegue- Si fermava a parlare con noi operai. Voleva sapere come stavamo. Stringeva la mano a tutti. Ci dava fiducia e ci faceva sentire orgogliosi”.
Ma il sogno non è durato a lungo: nell’era Tavares, lo stabilimento Maserati, di proprietà Stellantis a Grugliasco, è stato messo in vendita, come conferma l’annuncio sul sito immobiliare.it, i dipendenti sono stati trasferiti a Mirafiori. E diversamente da Marchionne, “Tavares non l’ho mai visto in linea, non mi sembra il manager che va a stringere la mano agli operai“, osserva la donna.
Eppure c’è chi ricorda l’incontro in fabbrica avuto con il manager portoghese: dal Corriere della Sera, la testimonianza di Giacomo Zulianello, operaio alle Carrozzerie Stellantis e delegato della Fiom. L’esordio di Tavares con i capo reparto di Grugliasco non fu però rose e fiori: aveva invitato tutti nella sala del Tridente. “E io ero molto contento, quasi su di giri”, rivela Zulianello, perché” Marchionne, anche se era un uomo empatico e cordiale, ci guardava con il fumo negli occhi a noi della Fiom; e infatti ci teneva fuori da tutte le discussioni e da tutti i tavoli”. Insomma, sembrava un cambio di passo degno di nota. Invece, dopo qualche stretta di mano- a quanto pare le concedeva anche lui agli operai- “Ci disse che “era la fabbrica più bella che avesse mai visto, ma costava il doppio degli altri stabilimenti”. E infatti “due mesi dopo annunciò la chiusura della fabbrica della Maserati. Fu uno choc”.
“Ora sopravviviamo con il mini stipendio eroso dalla cassa integrazione — spiega Zulianell- Ho letto che Tavares prenderà 100 milioni di buonuscita. Vorrei solo fargli sapere che la sua gestione costerà molto agli operai. La nostra tredicesima è erosa dalla cassa integrazione. Se tutto va bene prenderemo circa 500 euro a Natale. E pensare che proprio lui diceva che noi costiamo troppo. Ma forse-ironizza- era un errore della traduttrice”.
Ci sono altre voci di operai, riportate dalla stampa, l’indomani dell’annuncio della fina dell’era Tavares: gli uomini alle presse di Mirafiori, dove qualche giorno si lavora- mentre le Carrozzerie sono ferme fino a dopo l’Epifania- concordano: “Era ora che se ne andasse”. Anzi, “Doveva farlo prima perché lui ci ha affondato. L’errore suo è stato quello di portare il lavoro all’estero”, spiega Dario Candrilli, 46 anni. Alle presse gli operai lavorano ormai solo due o tre giorni alla settimana e le condizioni non sono le migliori. “Da noi c’è gente che va in pensione, ma non c’è nessuno per rimpiazzarla e mezzo reparto non funziona. Lavoriamo al freddo e in mezzo alla sporcizia”, aggiunge Aldo, 59 anni. “Ci sarebbe da festeggiare, ma invece festeggerà lui con i nostri soldi, mentre noi aspettiamo il messaggino in cui ci chiamano per lavorare, perché il nostro futuro è una cassa integrazione, all’infinito”, lamenta Enzo di Napoli 60 anni. “Spero di andare in pensione presto, perché qui non si vive più. Tavares ha creato dei danni che noi continueremo a pagare”, è poi lo sfogo di Nino, 65 anni: “Quello che non capisco e non mi va proprio è come mai riceverà oltre cento milioni di buonuscita. Per quale motivo? Un manager che porta danni all’azienda come ha fatto lui va penalizzato e non incentivato”.
E all’unisono il rimpianto per Marchionne: “Era meglio lui. O almeno il meno peggio- concludono- almeno non avrebbe mai fatto nessuna fusione con i francesi”.
Dal 2014 oltre 11.500 lavoratori sono usciti da Stellantis, di cui 2.800 dagli enti centrali Ricerca e sviluppo, e altri 3.800 sono previsti nel 2024.
A Mirafiori (500 Bev, Maserati, reparto produzione cambi Edct, Battery Hub e Polo Pro One) la produzione del primo semestre è in calo del 64,4%. Attualmente sono coinvolti dai contratti di solidarietà 3.187 lavoratori in tutti i reparti. A marzo scorso le uscite incentivate sono state 1.560 esuberi.
A Cassino (Alfa Giulia e Stelvio sono a fine corsa e Grecale stenta). La produzione del primo semestre è a -38,7%. Solidarietà fino a fine anno, a marzo scorso uscite incentivate per 850.
A Pomigliano (Panda, Pandina e Alfa Romeo Tonale): Le produzioni nel primo semestre sono a -18,9% (e in calo negli ultimi 4 mesi di fila), cassa integrazione per tutto ottobre, a marzo 424 esuberi incentivati.
A Melfi (attualmente 500X, Compass e Renegade). Primo semestre in calo del 42,5%. Sono stati annunciati 5 nuovi modelli. Nel frattempo 160 lavoratori in trasferta a Torino (oggi rientrati quasi tutti), 4.662 lavoratori in solidarietà dal 26 agosto al 26 giugno 2025, a marzo uscite incentivate per 500 (al 30 luglio usciti 187).
A Modena (Innovation Lab e Manufacturing e Quality Plant, ricerca e sviluppo Maserati). La produzione nel primo semestre 2024 crollata del 73,3%. Il polo di ricerca è in dubbio. Solidarietà fino a fine anno, ad aprile uscite incentivate per 173.
Ad Atessa Sevel (Fiat Ducato, Peugeot Boxer, Citroen Jumper, Opel Movano e Toyota Proace Max). La produzione è in pareggio (-0,5%) ma anche qui cassa integrazione. A marzo uscite incentivate per 23.
A Pratola Serra (motori auto e Ducato): solidarietà per 300 lavoratori fino a fine anno. A marzo uscite incentivate per 70.
A Verrone (produzione cambi e componenti per propulsione endotermica per Sevel Atessa): a marzo 12 esuberi incentivati, cassa per due settimane a dicembre.
A Cento (motori industriali e marini): in aumento gli ammortizzatori sociali, a marzo uscite incentivate per 30 esuberi.
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