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ROMA – A poco più di un anno dall’omicidio di Giulia Cecchettin, oggi Filippo Turetta, suo assassino, saprà quale sarà la sua condanna. Nell’aula della Corte d’Assise di Venezia, è atteso il verdetto: la Procura ha chiesto l’ergastolo, ma alla fine, a contare sarà solo il parere dei giudici che dovranno prendere in considerazione anche la posizione di Turetta, reo confesso dell’uccisione di Giulia con 75 coltellate. Per lui quindi, la condanna è assicurata, ma bisogna capire se i giudici sceglieranno la pena del carcere a vita o terranno in considerazione anche le attenuanti generiche, dopo aver ascoltato l’ultima arringa della difesa.
Nell’udienza del 26 novembre, gli avvocati del 22enne hanno cercato di smontare l’impianto accusatorio, puntando sull’assenza di premeditazione e sulla forte alterazione emotiva che avrebbe spinto l’imputato a compiere il gesto. La difesa ha anche respinto l’accusa di crudeltà, rimarcando il fatto che “le pugnalate sono state sferrate alla cieca, in modo sconnesso, senza la lucidità che caratterizza un’azione premeditata”.
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