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Fuga di notizie: in Israele l’intelligence arresta il portavoce del premier

Ora rischia 15 anni di carcere per aver girato a due testate documenti riservati, la cui pubblicazione avrebbe fatto saltare i negoziati sugli ostaggi con Hamas

Pubblicato:03-11-2024 22:30
Ultimo aggiornamento:04-11-2024 08:44
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ROMA – Documenti riservati girati a due testate straniere con il risultato di far saltare possibili accordi tra Israele e Hamas per la liberazione degli ostaggi e per lo stop al fuoco su Gaza. Per questo Eliezer Feldstein, portavoce dell’ufficio del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, è stato arrestato e interrogato dallo Shin Bet, il Servizio di sicurezza generale, una delle tre agenzie d’intelligence di Tel Aviv che si occupa della sicurezza interna.

Tutto risale allo scorso settembre: dopo undici mesi di guerra in cui non si vede una fine, l’opinione pubblica scende in piazza per protestare contro il Premier che si trova sotto pressione interna e internazionale. Finché una fuga di notizie accorre in suo “aiuto”: due giornali europei, il Jewish Chronicle di Londra e la tedesca Bild, rivelano notizie riservate, contenute in documenti militari, su eventuali progetti di Hamas di trasferire gli ostaggi in Egitto da Gaza, mettendo in dubbio la reale volontà di negoziare con Israele. Insomma gli scoop finiscono di fare gioco alla politica di Netanyahu che continua a tenere sotto attacco Gaza e non porta a conclusione accordi per gli ostaggi: così la colpa dei falliti negoziati viene fatta ricadere totalmente su Hamas.

Su questa fuga di notizie però i servizi segreti ci hanno voluto vedere chiaro: è partita così un’indagine segrete e dopo due mesi arriva l’arresto di un portavoce vicino al Premier, insieme a 4 collaboratori che ora rischiano 15 anni di carcere per aver fatto uscire quei documenti riservati.


Da parte del governo israeliano si minimizza, chiarendo che Feldstein non aveva incarichi delicati, però lo stesso parlava a suo nome coi giornalisti e partecipava al gabinetto di guerra. Alcuni media israeliani vicini all’opposizione addirittura mettono in dubbio l’estraneità ai fatti dello stesso premier.

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