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Decreto anti rave, studenti genovesi: “Pericoloso, liberticida e repressivo”. La Fiom: “Lotta non cambia”

Dura presa di posizione della Rete degli studenti medi che invita la società civile a fare fronte comune. I metalmeccanici, invece, chiedono chiarezza sugli ambiti di applicazione

Pubblicato:03-11-2022 19:59
Ultimo aggiornamento:18-11-2022 10:34

manifestazione studenti genova
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GENOVA – Non solo la politica reagisce contro il decreto anti rave party promosso dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. A Genova arrivano in rapida successione le prese di posizione della Fiom e degli studenti, quest’ultimi in particolare preoccupati per i possibili ostacoli alla libertà di manifestare.

aeroporto genova occupato_ansaldo energia_fiom

FIOM GENOVA: MOLTE NOSTRE AZIONI GIÀ ILLEGALI, NON MOLLIAMO

“Per quanto ci riguarda, qualunque sia la normativa, continueremo a fare tutto quello che serve per difendere i metalmeccanici genovesi. Cambiano le regole, ma il nostro modo di lottare e difendere diritti e condizioni dei lavoratori non cambia“. Il nuovo decreto anti-rave non spaventa la Fiom di Genova, nonostante la normativa rischi di interessare anche le manifestazioni sindacali. “Non arretriamo, anche se il governo sta aumentando le pene in maniera consistente“, rimarca il segretario dei metalmeccanici genovesi della Cgil, Stefano Bonazzi, interpellato sul tema dall’agenzia Dire.

IL SINDACATO: NON SI PUÒ NON SI DEVE CRIMINALIZZARE IL DISSENSO

Il sindacalista, in ogni caso, confida nel fatto che la nuova norma venga limata in Parlamento, in fase di conversione in legge. “Mi sembra che il decreto vada oltre la stessa volontà del governo– sostiene Bonazzi- insomma, hanno fanno un gran pasticcio e dovranno metterci mano. Noi sposiamo in pieno la linea del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che assieme ai segretari di Cisl e Uil ha subito chiesto un incontro urgente al governo per avere chiarezza e capire quanto la nuova normativa possa intervenire sull’attività sindacale dura e determinata”. Il sindacalista rimarca che diversi esponenti dell’esecutivo “stanno facendo dichiarazioni confuse sui campi di utilizzo di questo decreto: c’è chi parla di manifestazioni sindacali, di occupazioni studentesche, c’è chi lo esclude. Noi restiamo convinti che non si possa e non si debba criminalizzare il dissenso“.


manifestazione studenti genova

RETE STUDENTI MEDI: PAURA CHE SIA PRELUDIO A CANCELLAZIONE ALTRE LIBERTÀ

Più preoccupate le giovani generazioni. “Un decreto pericoloso, un atto grave che introduce una misura liberticida e repressiva che ci lascia attoniti. Non è una questione di specificità del tema, ma una misura generale che va ad attaccare la libertà delle persone, declinata in questo caso nella libertà di scendere in piazza. La paura è che sia il preludio della volontà di togliere altre libertà, l’inizio di una repressione maggiore e costante da parte del governo”. Sono le dure parole con cui Francesco Devoti, coordinatore metropolitano della Rete degli studenti medi di Genova, attacca, parlando con l’agenzia Dire, il decreto anti rave.

Il rappresentante del sindacato degli studenti teme per i riflessi che la nuova norma potrebbe avere su qualsiasi tipo di manifestazione. “Non necessariamente un’occupazione, basta una semplice manifestazione di piazza, come gli scioperi di migliaia di giovani per la giustizia climatica, oppure contro la maturità e per una riforma del sistema scolastico. Non si potranno più fare? O, meglio, si dovranno fare con il rischio di andare in carcere?”. Il giovane allarga lo sguardo anche al di fuori del suo stretto campo d’azione: “In virtù di questo decreto, molte manifestazioni del ‘mondo dei grandi’ a cui abbiamo portato il nostro sostegno, come quella dei lavoratori di Ansaldo energia che hanno occupato l’aeroporto, porterebbero alla commissione di crimini di livelli altissimi”. Insomma, riflette Devoti, “anche a fronte di quello che è successo alla Sapienza, mi pare che il governo stia dando il via a una repressione del dissenso nelle scuole, negli atenei, ma anche nelle piazze“.

‘SOCIETÀ CIVILE SCENDA IN PIAZZA COMPATTA PRIMA CHE NON SI POSSA PIÙ FARE’

“Meloni- aggiunge il rappresentante del sindacato degli studenti- aveva già detto alle Camere che non avrebbero mai mosso un dito contro chi manifesta perché anche lei lo aveva fatto da giovane, ma questo atto è in totale contrasto con quanto ha detto. Per noi giovani rischia di diventare impossibile manifestare non solo con atti estremi, ma anche con strumenti di lotta ordinari per rivendicare i nostri diritti di studenti”. Proprio per questo, Devoti invita la società civile a fare fronte comune, a “convergere su questo tema, unirsi e protestare. La manifestazione a livello nazionale che abbiamo lanciato per il 18 novembre porterà avanti anche queste rivendicazioni. Non saremmo in pace con noi stessi se non esprimessimo subito dissenso. Da qui deve nascere la mobilitazione, perché questa misura attacca le forme che il popolo ha per esprimere la sua posizione”.

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