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Filisetti (Usr Marche) a studenti: onoriamo i caduti del 4 novembre

Il messaggio del direttore dell'Ufficio scolastico Marche Filisetti: "Quei giovani ci insegnarono a fondare il nostro impegno sull’adempimento del dovere"

Pubblicato:03-11-2022 15:30
Ultimo aggiornamento:03-11-2022 15:30

milite ignoto
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ROMA – Un messaggio rivolto a tutti gli studenti delle scuole marchigiane per “onorare il sacrificio dei soldati caduti nella Grande Guerra“, in vista del 4 novembre, giornata in cui ricorre l’anniversario dell’armistizio che pose fine alla Grande Guerra, nel 1918, e data scelta per celebrare le Forze Armate. A scriverlo, è il direttore dell’Ufficio scolastico regionale delle Marche, Marco Ugo Filisetti, che domani inoltrerà la lettera a tutti gli studenti delle scuole della Regione. “In questa giornata onoriamo in special modo tutti coloro che, anche giovanissimi, hanno sacrificato nella Grande Guerra il bene supremo della vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere, per l’unità della patria e la libertà dei cittadini”, scrive Filisetti.

“Ricordiamo con fierezza questo immane evento, non per esaltare una guerra che fu – come ogni guerra- crudele e devastatrice ma per riconoscere uno sforzo durissimo che per la prima volta affratellò – fianco a fianco nelle trincee- giovani di ogni regione e di ogni ceto sociale e per sempre cementò con il sangue di seicentomila caduti l’irreversibile scelta di un’Italia una, ricondotta ai suoi sacri confini compiendo il progetto del nostro Risorgimento nazionale”, continua il direttore dell’Usr Marche.

“Quei giovani di allora ci insegnano ad essere altro, non con le declamazioni ma con le opere, con l’esempio, a fondare il nostro impegno sull’adempimento del dovere, sino a farsene martiri e per questo ad essere coraggiosi come lo furono Loro. Quell’immane conflitto ci ammonisce sul valore della pace fondata sulla Giustizia, affinché non sia un protocollo animato dal rancore, dall’odio, dallo spirito di vendetta. Siate consapevoli di come l’Italia sia nata con il dono della vita reso dai suoi figli che per questo continuiamo a sentire presenti, con il timore di non essere all’altezza del loro insegnamento”, conclude Filisetti.


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