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ll decreto anti-rave arriva in Parlamento, la maggioranza apre: “Modifiche tecniche ma la sostanza resta”

Primo approdo in Aula al Senato. Forza Italia: "Ok aggiustamenti ma non si torna indietro"; Lega: "Non nega diritti, il partito del 'Save the rave' si rassegni"

Pubblicato:03-11-2022 14:45
Ultimo aggiornamento:04-11-2022 12:39

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ROMA – Primo approdo in Parlamento della tanto contestata norma sui rave party, approvata nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri. Alle 15, in Aula al Senato, è stato annunciato il decreto legge che contiene anche norme sull’attuazione della riforma del processo penale ed ergastolo ostativo e sugli obblighi di vaccinazione anti-Covid. Con questo atto formale, deciso dalla capigruppo di Palazzo Madama, inizia quindi l’iter di conversione del provvedimento firmato lunedì sera dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo il varo da parte del Governo Meloni.

Il testo è stato approvato con il seguente titolo: “Misure urgenti in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, nonché in materia di entrata in vigore del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, di obblighi di vaccinazione anti SARS-COV-2 e di prevenzione e contrasto dei raduni illegali“.

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L’APERTURA A MODIFICHE ‘DI DETTAGLIO’

La nuova norma sui rave modifica l’articolo 434-bis del Codice penale. Nella formulazione iniziale uscita dal Cdm il 31 ottobre scorso è prevista la reclusione fino a sei anni per gli organizzatori di raduni illegali. Ma anche i partecipanti rischiano il carcere. Dopo le rassicurazioni della stessa premier Giorgia Meloni, del titolare del Viminale Matteo Piantedosi e del ministro della Giustizia Carlo Nordio che la norma sui raduni non lederà il diritto dei cittadini a manifestare liberamente, oggi vari esponenti della maggioranza ribadiscono che l’impianto del testo nella sostanza resta, ma si comincia ad ‘aprire’ alla necessità di modifiche ‘tecniche’ su alcuni dei punti più controversi, come il tetto massimo della pena o una migliore definizione del reato.

GASPARRI (FI): “DISCUTIAMO MA INDIETRO NON SI TORNA

Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato ed esponente di Forza Italia, ai microfoni di Radio Radicale, spiega: “Ritengo che il decreto sui rave party sia giusto. Bisognava affrontare l’emergenza introducendo sanzioni più severe, la possibilità di sgombrare immobili o campi agricoli occupati, la possibilità di sequestrare materiale che, come abbiamo visto nel caso di Modena, è molto costoso e conferma quindi che alle spalle di tutto ci siano organizzazioni potenti evidentemente anche con la presenza di spacciatori di droga. Quindi il decreto era necessario ed opportuno. Poi si può discutere sull’entità della pena massima, se non va bene sei anni si può mettere cinque, o su una migliore definizione della condotta che si vuole sanzionare“.

Il testo, aggiunge il parlamentare, “non si impedisce a nessuno la libertà di pensiero e di manifestare, si vuole colpire invece una occupazione, un’invasione di ambiti privati con danneggiamenti, distruzioni, pericoli per l’ordine pubblico e danni fisici alle persone, anche di quelle che vengono ridotte in condizioni penose da queste feste dello sballo. Quindi Forza Italia sostiene fortemente questa norma, aperta a eventuali modifiche di dettaglio, che non ne alterino la sostanza, ma che possano riguardare il tetto massimo di pena e la ancora più precisa definizione del tipo di reato. Ma indietro non si torna“.

BELLOMO (LEGA): “PARTITO DEL ‘SAVE THE RAVE’ SI RASSEGNI

Davide Bellomo, deputato della Lega, dichiara: “Il Governo non comprime diritti, ma riporta di moda parole come legalità e sicurezza. Il partito del ‘save the rave’ si rassegni e la smetta di gridare allo scandalo. Il vero autoritarismo non è quello di chi vuole far rispettare le leggi, ma di chi cerca di imporre usi e abusi di comportamenti penalmente rilevanti. Non si vede per quale motivo – continua l’esponente del partito di Matteo Salvini- il titolare di una discoteca debba rispettare regole stringenti, al limite della vessazione burocratica, e gli organizzatori di questi rave debbano e possano agire nella più totale illegalità. È accaduto anche questa estate in Puglia, con la compiacenza di qualche sindaco”.

L’esponente del Carroccio prosegue: “Se ci sono piccoli correttivi da apportare al decreto, questa maggioranza lo farà rapidamente e bene in Parlamento. L’importante è che ci sia nella coalizione di centrodestra, così come emerge dalle dichiarazioni di queste ore, la volontà di colmare un vuoto legislativo che aveva fatto dell’Italia uno dei Paesi più frequentati per questo genere di manifestazioni prive di qualsiasi autorizzazione e organizzate in assenza delle più elementari regole di sicurezza per chi vi partecipa. Un primo segnale all’insegna della legalità è stato dato, altri ce ne saranno. Nel pieno rispetto della Costituzione, ma anche del programma comune di una maggioranza che gli elettori con il loro voto hanno premiato”.


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