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Domani il nuovo decreto con le chiusure a zona

L'editoriale del direttore Nico Perrone per Direoggi

Pubblicato:03-11-2020 16:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:10

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ROMA – Continua il braccio di ferro tra Governo e Regioni sulle nuove misure per fronteggiare l’epidemia. Da stamattina sono in corso riunioni e incontri che proseguiranno fino a tarda notte. In campo anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che dopo l’incontro di ieri con i vertici delle Regioni oggi ha avuto un faccia a faccia con i presidenti del Senato e della Camera dei deputati.

Davanti agli italiani, questo il messaggio che si intuisce, ci sono ancora mesi difficili, per questo serve massima unità e collaborazione, anche con l’opposizione, tra tutti i soggetti che dovranno prendere o votare decisioni importanti. Per quanto riguarda il Governo, il nuovo decreto è ancora in fase di elaborazione, e alcuni presidenti di Regione si sono lamentati perché non hanno ancora visto niente.

Stasera ci sarà un confronto tra il presidente del Consiglio e i rappresentanti delle Regioni e lì si dovrà, per forza, trovare la quadra e raggiungere l’intesa. Perché le nuove misure, questo è dato per scontato, entreranno in vigore già domani. Quindi il decreto dovrà essere presentato già in tarda serata (anche se per qualcuno arriverà a notte fonda).


Il braccio di ferro, a quanto si apprende, riguarda lo stop alla circolazione: era intenzione di farlo scattare alle 20 con la chiusura dei negozi ma adesso si ragiona sulle 21 per dare modo ai cittadini di far rientro nelle proprie abitazioni.

Stasera arriveranno i nuovi dati epidemiologici del Comitato tecnico scientifico in base ai quali si deciderà anche quali regioni dichiarare ‘zone rosse’, quali arancione e quali verdi. Rischiano il cartellino rosso Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta, Trentino e Calabria; arancione per Liguria, Campania e Puglia ma con Veneto e Sicilia in bilico. La classificazione farà scattare anche lo stop alla circolazione, con l’obbligo di autocertificazione se ci si muove oltre l’orario consensito o si deve raggiungere una zona a rischio.

Altro punto dolente la chiusura delle scuole. Nelle zone rosse la didattica a distanza riguarderà non solo tutti gli studenti delle superiori ma anche gli alunni della terza media (e qualcuno insiste anche per la seconda, ndr). In ultimo c’è discussione sulla responsabilità politica. Alla fine chi prenderà la decisione? Il Ministro della Salute con l’ok delle regioni? Le Regioni da sole o con il via libera del Governo? Partita difficile, perché significa, di fronte allo scontento e alle possibili manifestazioni di protesta ‘indicare’ il colpevole.

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