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Uganda, l’ambasciatore Fornara: “Il tumore è un’emergenza”

ROMA  - In Uganda su dieci donne

Pubblicato:03-11-2016 18:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:15

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Domenico Fornara_ambasciatore ugandaROMA  – In Uganda su dieci donne malate di tumore otto non ce la fanno. “E’ un’emergenza importante. Non viene fatta prevenzione su scala nazionale, e sul tema tumori esiste ancora una stigma forte, soprattutto nelle zone rurali. L’ignoranza però è forte anche in città, tanto che spesso quando i malati si decidono ad andare in ospedale, ormai è troppo tardi”. E’ fosco il quadro che l’ambasciatore d’Italia in Uganda Domenico Fornara descrive telefonicamente all’agenzia DIRE sul tema dei tumori.

Tuttavia, nel settore della salute l’Italia “è sempre stata molto presente nella cooperazione bilaterale. Esiste una grandissima tradizione, ed è bello il fatto che sia trasversale”, vale a dire “vede interventi da parte del governo, delle amministrazioni decentrate (regioni ed enti locali) e di ong, onlus e missioni cattoliche, in particolare quelle comboniane”.

I principali ospedali nazionali poi “sono stati fondati per lo più da italiani, che tutt’oggi continuano a finanziarli e gestirli”.


In questo quadro si inserisce l’attività di una onlus romana che dal 2010 porta avanti progetti per la sensibilizzazione, la prevenzione e la cura dei tumori femminili e pediatrici: “AFRON per l’Africa svolge un lavoro eccezionale” afferma l’ambasciatore, che dall’inizio del suo mandato – circa un anno e mezzo fa – cerca di dare visibilità ai progetti di questa onlus creata dagli oncologi dell’Ospedale Regina Elena di Roma.

Uganda women's cancer_Afron_Fornara“Certo si tratta di interventi parziali perché non arrivano a sopperire alle necessità su scala nazionale. I suoi operatori però sono stati bravi a cogliere la collaborazione della Uwocaso”. La Uganda women’s cancer support Organization è una ong fondata da donne ugandesi che hanno sconfitto il tumore, e che ora girano il Paese per convincere le persone a mettere da parte i pregiudizi, curandosi in tempo.

“Per uno straniero è difficile andare nelle aree rurali e farsi ascoltare dalle persone. Invece le ‘sopravvissute’ dell’Uwocaso sono ugandesi, e vengono quindi accettate con facilità. Riescono soprattutto a convincere le persone a sottoporsi agli screening offerti gratuitamente da AFRON. Questo processo ha già prodotto dei risultati. Piccoli passi, certo, ma importanti”, osserva Domenico Fornara.

Ma come mai l’Uganda sul tema tumori è tanto indietro? “Le istituzioni non hanno le risorse– spiega ancora da Kampala l’ambasciatore Fornara all’agenzia DIRE- Non dimentichiamo che l’Uganda è ancora un Paese con possibilità economiche limitate. Inoltre un sistema sanitario efficiente non è ancora sostenibile. Per esserlo, è stato calcolato che i cittadini dovrebbero pagare più tasse di quello che guadagnano. Senza l’aiuto dei donatori esterni, la sanità pubblica collasserebbe“.

Sul piano politico comunque “c’è una crescente consapevolezza sul tema della salute, le autorità locali sono sempre più attente” aggiunge il diplomatico. Il governo del Presidente Yoweri Museveni ad esempio “partecipa attivamente a tutte le campagne internazionali. Ad esempio il mese scorso ha aderito con entusiasmo alla giornata mondiale per la contraccezione, argomento delicato”, e che si scontra con tanti tabù, “ma su cui Kampala non ha dimostrato resistenze ‘dogmatiche’. Il problema resta quindi legato ai finanziamenti” conclude l’ambasciatore.

di Alessandra Fabbretti

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