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A Bologna i collettivi aprono dormitorio sociale e infopoint per i migranti

Il progetto si chiama 'Accoglienza degna'. "Vogliamo aiutare senzatetto e rifugiati a vivere in condizioni umane"

Pubblicato:03-11-2015 14:14
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:32

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BOLOGNA – Un dormitorio sociale per accogliere una ventina di persone in difficolta’ e uno sportello per i migranti: sono questi i cardini del progetto ‘Accoglienza degna’ con cui Labàs e Tpo provano ad affrontare l’emergenza abitativa che si registra a Bologna. Il dormitorio sara’ accolto proprio nella sede di Labàs Occupato, in via Orfeo, cosi’ come lo sportello – battezzato Refugees Welcome Point, in solidarieta’ con la campagna Refugees Welcome che da questa estate sta attraversando tutta l’Europa. “Vogliamo aiutare senzatetto e rifugiati a vivere in condizioni umane”, spiega Neva Cocchi, responsabile sportello migranti del Tpo.

sportello labas tpo

“Con l’arrivo del freddo e gli sgomberi in citta’, la situazione e’ quanto mai drammatica”. Dall’estate a oggi, sono state due le palazzine occupate da Labàs a essere sgomberate: Villa Adelante in viale Aldini (a giugno: ci abitavano una ventina di persone che occupavano da ottobre 2014) e lo stabile di proprieta’ dell’Istituto dei ciechi Cavazza in via Solferino (occupato da circa 30 persone a febbraio e sgomberato a meta’ ottobre, LEGGI QUI). Lo sgombero piu’ recente, il 20 ottobre: l’Ex Telecom in via Fioravanti, che accoglieva piu’ di 250 persone (QUI la cronaca dello sgombero). Solo pochi giorni fa, poi, il sindaco Virginio Merola ha messo nel mirino anche l’ex caserma Masini di via Orfeo, occupata da Labàs dal novembre 2012, proprio la struttura chiamata a ospitare il dormitorio: “Quello stabile va ristrutturato: gli occupanti dovranno andarsene”, ha dichiarato il primo cittadino. Ma il collettivo guarda avanti e riapre le sue porte.


Chi accogliera’ il dormitorio? “Decideremo presto: apriremo a persone italiane, a titolari di permesso di protezione internazionale scaduto che hanno concluso il percorso di prima accoglienza. Ovviamente non potremo rispondere a tutti, ma faremo del nostro meglio, sperando anche di sollecitare l’amministrazione“. Ora il primo passo e’ adibire una parte dello stabile a dormitorio, poi si passera’ ai dettagli: il via ai lavori, sabato 7 novembre durante l’assemblea di programmazione, a cui prenderanno parte – oltre ai collettivi promotori – anche altre realta’ cittadine, tra cui i volontari di Yabasta, gli operatori dell’unita’ di strada, quelli dell’Help center di Piazza Grande in stazione, il coordinamento di Eritrea democratica.

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Il Welcome point, invece, accogliera’ i migranti di passaggio: “Vorremmo farli dormire al caldo per una o due notti, dar loro la possibilita’ di farsi una doccia e poi magari ripartire. Istituiremo anche un infopoint per spiegare loro le leggi entro cui devono muoversi in Italia e in Europa”.

La proposta di Labàs e Tpo si appoggia sulla solidarieta’ dei cittadini bolognesi, studenti e lavoratori inclusi: e’ un’idea mutualistica autogestita, “alternativa a questa situazione in cui le persone senza risorse sono marginalizzate. Gli occupanti diventano un problema di ordine pubblico, mentre i migranti subiscono un processo di ‘invisibilizzazione’. Ma attenzione: la fruizione dei nostri percorsi non sara’ passiva: tutti dovranno impegnarsi seriamente, per crescere e diventare autonomi”. (Ambra Notari per Redattore Sociale)

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