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Maltempo, Coldiretti: “160mila i calabresi in pericolo, Regione è maglia nera d’Italia”

"Sono 160mila i cittadini che vivono in zone a

Pubblicato:03-11-2015 11:17
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:32

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franeSono 160mila i cittadini che vivono in zone a rischio per le frane in Calabria che è la regione con il maggior numero di persone in pericolo“. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia, peraltro, che “a questi si aggiungono i 59mila calabresi che vivono sotto la minaccia delle alluvioni con il risultato che il 100% dei comuni della Regione si trova in aree a rischio idrogeologico per un superficie di 1.167 chilometri quadrati, a causa dell’incuria e della cementificazione selvaggia”. Il maltempo – sottolinea la Coldiretti – si è abbattuto dunque su un territorio reso piu’ fragile a causa del consumo di suolo agricolo che ha ridotto la capacità di ritenzione idrica dei terreni provocando frane e smottamenti ma anche danni alle pregiate coltivazioni di bergamotto e agli uliveti. Molte strade di campagna, oltre la viabilità normale, sono impraticabili e diversi imprenditori della Coldiretti, con i propri mezzi stanno collaborando per affrontare le situazioni di emergenza come la necessità di garantire l’alimentazione agli animali che si trovano negli allevamenti isolati. Anche i Consorzi di Bonifica con le poche risorse hanno dato la loro disponibilità e in qualche caso, per quanto di loro competenza, sono già intervenuti.

Occorre verificare se esistono le condizioni per la dichiarazione dello stato di calamità, ma sul piano strutturale- sostiene la Coldiretti- bisogna intervenire con l’attività di prevenzione per la mitigazione del dissesto idrogeologico”. In Italia siamo di fronte “ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati quest’anno con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense ed il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce piu’ ad assorbire- denuncia Coldiretti- sul piano strutturale a questa situazione non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato in Italia ha tagliato del 15% le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata capace di assorbire l’acqua”. Ogni giorno, precisa l’associazione agricola, “viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento. Il risultato è che più di otto comuni su dieci (82%) hanno parte del territorio a rischio frane e alluvioni”.


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