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Einstein Telescope, l’Italia vuole l’osservatorio che svelerà i segreti dell’universo

L'Einstein Telescope sarà una versione avanzata dei rilevatori interferometrici Virgo e Ligo

Pubblicato:03-10-2022 17:15
Ultimo aggiornamento:03-10-2022 17:33

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ROMA – E’ fra i tunnel di un complesso minerario in Sardegna che potrebbe sorgere l’Einstein Telescope, l’interferometro di terza generazione che aiuterà la comunità scientifica internazionale a studiare le onde gravitazionali. Un osservatorio sepolto nelle profondità terrestri per captare i grandi fenomeni cosmici. O meglio, le radiazioni da questi emesse, che viaggiano nell’universo. L’Einstein Telescope sarà una versione avanzata dei rilevatori interferometrici Virgo e Ligo, le cui scoperte rivoluzionarie, sulla fusione di buchi neri e stelle di neutroni, negli ultimi cinque anni hanno introdotto gli scienziati nella nuova era dell’astronomia delle onde gravitazionali.

Per la prima volta, grazie a questo strumento che costerà circa 6 miliardi di euro, si potrà esplorare l’universo attraverso le radiazioni gravitazionali e grazie a queste a risalire agli ‘anni bui’ del cosmo, gettando luce su alcune questioni fondamentali ancora aperte nella fisica e nella cosmologia. E.T. proietterà i fisici verso gli orizzonti inesplorati per comprendere la natura dei buchi neri, della materia e dell’energia oscura. Portando forse a scoperte che aiuteranno a riscrivere le scale della relatività generale. Al progetto, finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del Framework Programme, partecipano 8 primari istituti di ricerca europea nel campo della ricerca e sperimentazioni sulle onde gravitazionali, coordinati dall’Osservatorio Gravitazionale Europeo. Fra questi c’è l’Infn.

Proprio come i suoi due predecessori, il Telescopio Einstein sfrutterà il principio di interferenza di due fasci luminosi per rilevare il passaggio di un’onda gravitazionale. Potrà farlo sfruttando i bracci lunghi 10 km, i più grandi al mondo, che formeranno un triangolo equilatero e avranno due rilevatori in ciascuna congiunzione. Lo strumento sarà dotato di una serie di nuove tecnologie, tra cui un dispositivo criogenico di raffreddamento delle principali ottiche, e un sistema quantistico per ridurre le fluttuazioni della luce, oltre a una serie di innovazioni infrastrutturali per ridurre il rumore e le perturbazioni ambientali. Perché ciò che davvero serve per l’ascolto di queste onde preziose ai cosmologi è il silenzio.


E questa potrebbe essere la carta vincente del sito italiano, considerato fra i meno rumorosi sul pianeta, dove anche l’attività sismica di disturbo alla rilevazione delle onde gravitazionali è sostanzialmente nulla. La Sardegna deve vincere il ballottaggio con un’altra area candidata, situata tra il Belgio, i Paesi Bassi e la Germania. Il Governo ci crede: proprio il premier, Mario Draghi, ha scritto una lettera indirizzata al presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare Antonio Zoccoli per confermarlo. E assieme alle parole, l’Italia promette un investimento di 350 milioni di euro. Per conoscere la scelta definitiva della commissione, bisognerà attendere il 2025, mentre la costruzione della struttura è prevista a partire dal 2026. Per alzare il primo sguardo al cosmo nel 2035.

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