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Il Principe Alberto di Monaco a Ripacandida sulle tracce dei Grimaldi

Tour tra le testimonianza del periodo feudale dei Grimaldi

Pubblicato:03-10-2022 17:15
Ultimo aggiornamento:03-10-2022 20:15
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POTENZA – Il principe Alberto II di Monaco è stato oggi in visita per la prima volta a Ripacandida, nel Potentino. Il Comune dal 2020 ha aderito all’associazione Siti storici Grimaldi di Monaco, di cui fanno parte cittadine italiane e francesi che per motivi storici e culturali sono collegate al Principato.

SINDACO: “RISCOPRIRE IDENTITÀ E STORIA”

Il principe è stato accolto dal sindaco Giuseppe Sarcuno, dall’amministrazione comunale e regionale e dal presidente della Provincia di Potenza, Christian Giordano. “Questo primo viaggio del sovrano monegasco – ha detto il primo cittadino – nasce dalla volontà dell’amministrazione comunale di riscoprire l’identità e la storia di Ripacandida e offrire alla comunità un’occasione di confronto, di crescita e sviluppo“.

COSTRUITE DIVERSE OPERE NEL PERIODO FEUDALE

Il principe ha visitato le testimonianze storiche e architettoniche relative al periodo di amministrazione feudale della Signoria di Ripacandida sottoposta ai Grimaldi per concessione imperiale di Carlo V d’Asburgo il 23 luglio 1532. In quel periodo furono costruiti la chiesa madre di S. Maria del Sepolcro, il castello, le mura difensive, alcuni edifici nobiliari. Gli stessi affreschi della chiesa di San Donato furono in gran parte realizzati nel lungo periodo di amministrazione monegasca, età in cui la cittadina ha dato i natali a personaggi illustri come Potenziano Lioy, governatore a Terlizzi per i Grimaldi di Monaco, il religioso teatino don Andrea Molfese, uno dei più illustri giuristi napoletani dell’epoca. In occasione della visita, l’amministrazione comunale ha organizzato due giorni di festa.


PRESIDENTE DELLA PROVINCIA: “OCCASIONE PER RILANCIARE I NOSTRI BORGHI”

“La partecipazione dei cittadini e non solo delle autorità e in particolare delle giovani generazioni – ha rilevato Giordano– sono il segno di comunità ospitali come quelle lucane, che non cancellano la propria storia, anzi, la riconoscono e la riscrivono in uno con la valorizzazione dei siti storici e monumentali come occasione per rilanciare la vita dei nostri piccoli borghi attraverso testimonianze come queste“.

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