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Caso Jebreal, le Camere penali internazionali: “Difendiamo Meloni gratis”

L'associazione degli avvocati penalisti guidata da Tirelli si schiera contro Jebreal per le parole sul padre di Giorgia Meloni: "Libertà di opinione non significa diffamare"

Pubblicato:03-10-2022 16:37
Ultimo aggiornamento:03-10-2022 16:38
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Meloni_Jebreal
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ROMA – “Le Camere penali del diritto europeo e internazionale sono pronte a rappresentare e difendere gratuitamente Giorgia Meloni dall’aggressione diffamatoria ai suoi danni ad opera della giornalista Rula Jebreal“. A dirlo è l’avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale, associazione di penalisti fondata nel 2017.

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“LE COLPE DEI PADRI NON POSSONO RICADERE SUI FIGLI”

“La nostra è una organizzazione senza connotazioni ideologiche o partitiche – sottolinea Tirelli – che si batte per l’affermazione dei principi di legalità e del giusto processo non solo in Italia e in Europa, ma in tutto il mondo. Riteniamo l’attacco all’onorevole Meloni, cui esprimiamo la nostra solidarietà, un pessimo esempio di giornalismo e una umiliazione dei principi cardine dello Stato di diritto e della nostra Costituzione. La responsabilità penale è personale e questo significa che mai e poi mai le colpe dei padri possono ricadere sui figli. Riteniamo anzi che chi abbia scelto un percorso di impegno pubblico e sociale, pur in presenza di un cattivo esempio in famiglia, vada indicato come modello da seguire – prosegue Tirelli -. Demonizzare una persona, al di là delle divergenze ideologiche o politiche, usando storie familiari dolorose e drammatiche, checché se ne dica, è un atto di gravissima inciviltà e di vigliaccheria“.


“LIBERTÀ DI OPINIONE NON SIGNIFICA POTER DIFFAMARE GLI ALTRI”

L’avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale, prosegue: “Le opinioni di tutti vanno tutelate e difese, ma questo non significa offrire a personaggi in cerca di visibilità, come la signora Jabreal, il potere di diffamare atteggiandosi poi a vittima – sottolinea il presidente delle Camere penali internazionali -. Il libero giornalismo è uno dei fondamenti dello Stato liberale; ma a questo punto viene da domandarsi se la signora Jabreal confonda il diritto italiano con quello palestinese”.

E ancora: “Non si tratta di evocare censure o liste di proscrizione, che sono lontanissime dallo spirito che anima la nostra organizzazione internazionale a cui sono associati quasi mille avvocati in tutto il mondo, ma di riportare il dibattito pubblico entro i limiti civili – conclude Tirelli -. E questa sarebbe la nostra posizione anche se a subire un attacco vergognoso, come quello di cui è stata autrice, fosse stata la signora Jabreal”.

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