NEWS:

Palazzo Pitti diventa 3D: ecco il gemello digitale del più grande edificio storico civile fiorentino

E’ la prima volta che un complesso antico così vasto e articolato viene integralmente riprodotto ad altissima definizione ed in ogni minimo dettaglio

Pubblicato:03-10-2022 12:22
Ultimo aggiornamento:03-10-2022 12:28

Pitti 3D
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

Tra operazioni di topografia e fotogrammetria terrestre e con droni, scansioni laser di ultima generazione, si conclude dopo un anno e mezzo, grazie alla collaborazione tra le Gallerie degli Uffizi (con il coordinamento dell’architetto Elena Pozzi) e il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Firenze (con il coordinamento della professoressa Grazia Tucci), il rilievo tridimensionale di Palazzo Pitti: di fatto, la prima digitalizzazione al mondo di un edificio storico civile così vasto e articolato.

RINASCE LO SCALONE ‘A LUMACA’

Tra i risultati del progetto, l’accurata ricostruzione dell’ormai perduto scalone ‘a lumaca’, originariamente realizzato nel Cinquecento dal celebre architetto e scultore toscano Bartolomeo Ammannati, prospiciente l’omonimo cortile interno della reggia. Il confronto tra il nuovo rilievo della successiva scala costruita nel Diciannovesimo secolo dall’architetto Pasquale Poccianti con i documenti d’archivio svela infatti tutta la portata delle trasformazioni avvenute in seguito alla sua demolizione dello scalone dell’Ammannati, riportando alla luce e ‘resuscitando’, attraverso il modello 3D, ambienti dei quali si erano da secoli perse totalmente le tracce. Il progetto non si è però limitato alla riproduzione digitale degli esterni e delle strutture architettoniche, ma ha integralmente ricreato in digitale nel dettaglio anche tutti gli interni della residenza medicea, opere, addobbi, suppellettili e decorazioni incluse.

DAL 3D INFORMAZIONI PREZIOSE

Pitti è un edificio dalla storia complessa: alle sue trasformazioni si sono sovrapposte nel corso del tempo una molteplicità di attività e destinazioni d’uso in continua evoluzione. Per questo motivo, la digitalizzazione di un caso studio così difficile diventa adesso una risorsa fondamentale. Non garantirà solo la possibilità di produrre elaborazioni 3D per tutti gli utilizzi di visualizzazione, ma potrà costituire il fondamento per lo sviluppo di un modello informativo su più livelli, dove i dati, costantemente aggiornati in tempo reale, possano tornare utili ad innumerevoli finalità di conoscenza, conservazione, gestione e valorizzazione del patrimonio. Il nuovo rilievo digitale di Palazzo Pitti pone anche le basi per un uso sostenibile dell’edificio, in linea con le esigenze dettate dal cambiamento climatico e dai rischi idrogeologico e naturale, che impongono un nuovo approccio alla documentazione digitale, soprattutto in termini di acquisizione rapida dei dati e di metodologie di produzione dei contenuti, di condivisione delle informazioni e di collaborazione multidisciplinare.


Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Gli Uffizi si confermano di nuovo all’avanguardia dello sviluppo tecnologico: il gemello digitale, fedele fino al millimetro, di Palazzo Pitti non ha soltanto un enorme valore come documentazione dello status della Reggia, ma offre anche dati per la conoscenza e la ricerca storica. Ma non guarda solo a passato e presente, bensì anche al futuro: è uno strumento importantissimo per le progettazioni delle manutenzioni e dei restauri. Non ultimo, sarà possibile sviluppare delle esperienze per i visitatori nelle quali potranno vedere spazi normalmente non accessibili, oltre alla nascita e alla ‘crescita’ del Palazzo attraverso i secoli”.

I NUMERI DEL PROGETTO

Tra i numeri del progetto, 20 giorni di volo con drone, 5.137 scansioni e 54.411 immagini di tetti e facciate, 12.512 foto per la documentazione di 1.533 vani, 150.000 metri quadrati di superfici, 1.533 vani e 73 vani scala e 67 spazi aperti documentati e 20 tera di dati immagazzinati.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it