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Migranti: torna Sabir a Palermo, il festival delle culture mediterranee

La quarta edizione del Festival è in programma dall'11 al 14 ottobre.

Pubblicato:03-10-2018 15:00
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:38

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ROMA – Sostenere un modello di integrazione in un momento in cui prevale in tutta Europa un’idea della chiusura delle frontiere. E’ quanto si propone la quarta edizione del Festival Sabir, in programma dal 11 al 14 ottobre a Palermo, dopo le edizioni di Lampedusa, Pozzallo e Siracusa. L’iniziativa, promossa dalla Arci insieme ad Acli, Caritas e Cgil, è stata presentata oggi, nella giornata della memoria in ricordo delle 368 persone morte annegate a largo di Lampedusa nel 2013.

In apertura gli organizzatori hanno organizzato un flash mob in ricordo di Tesfalidet, immigrato morto di stenti, con la lettura da parte dell’attore Giuseppe Cederna di una delle poesie che portava con sé.


La leader della CGIL Susanna Camusso sottolinea “il diritto e la libertà di migrare o anche di restare: tanti giovani- sottolinea- migrano anche da economie che non sono così disperate perché l’amore per l’Europa dei giovani è anche libera circolazione. La cultura della paura che si sta diffondendo non si misura con la realtà”. Rispetto al festival la CGIL organizza un incontro con i sindacati del Mediterraneo e propone due momenti di riflessione sulla questione del caporalato e del lavoro domestico. “Questa manifestazione- conclude Camusso- è l’occasione per fare alzare lo sguardo perché a furia di ripiegarsi su noi stessi non ci rendiamo conto di cosa accade nel mondo”.


Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli, sottolinea che “a Riace si è creato un modello positivo di accoglienza che ora viene calpestato”; Oliviero Forti della Caritas osserva che è in atto “una narrazione di paura e cattiveria, quindi oggi Sabir è un evento controcorrente sui temi dell’accoglienza. Noi ci siamo- sottolinea- e parlo anche a nome della chiesa italiana serve una proposta culturale e sabir è un punto di riferimento”.

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