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ROMA – Sulla risistemazione dei giardini di via Giulia, a 14 anni dalla presentazione del progetto ed a 2 dalla chiusura della Conferenza dei servizi, è ancora ‘tutti contro tutti’. Manca davvero poco per sbloccare i lavori finalizzati a restituire alla città un nuovo giardino segreto pubblico al posto dello squarcio urbanistico di epoca Mussoliniana posto tra la stessa via Giulia, lungotevere Sangallo e ponte Mazzini: basterebbe l’approvazione di una delibera comunale per mettere a gara il progetto già definito degli studi Diener & Diener Architekten, Garofalo-Miura Architetti e Vogt Landscheftsarcitekten.
Eppure questa mattina, in occasione dei lavori della commissione capitolina Mobilità, c’è ancora chi ha chiesto l’avvio di una nuova conferenza dei servizi e chi ha messo in dubbio addirittura la legittimità dell’iter procedurale. Di fatto, ha spiegato il presidente della commissione Enrico Stefano, “dopo la conferenza dei servizi sono serviti due anni per capire chi doveva utilizzare i fondi per il progetto, circa un milione messo a disposizione dal impresa privata che ha realizzato il parcheggio sotterraneo all’area (la CAM, Ndr). Ora si potrebbe procedere secondo questo schema: una parte dell’importo potrebbe essere gestito dai privati per la sistemazione standard dell’area e l’altra parte messa a gara per la realizzazione del giardino vero e proprio”. E su questa seconda tranche il I Municipio, l’ente che già aveva bandito il concorso che ha portato alla scelta degli studi elvetici vincitori di quello che viene chiamato il “giardino svizzero“, si è offerto di diventare stazione appaltante.
Ed oggi in commissione sono esplose tensioni accumulate da anni. Da una parte i rappresentanti della scuola Virgilio, il cui edificio confina con l’area di intervento, hanno accusato le Istituzioni di non essere stati coinvolti nella fase partecipativa del progetto e durante la conferenza dei servizi. E chiedono più metri quadrati per il ripristino del campo sportivo scolastico che è comunque previsto dal progetto. Alcuni cittadini hanno accusato i tecnici relativamente all’uso degli oneri concessori e alla presunta illecita della procedura. I rappresentanti del I Municipio hanno attaccato i tecnici del dipartimento capitolino Mobilità, alcuni consiglieri comunali si sono mostrati critici con la Sovrintendenza comunale per la decisione di realizzare un muro per chiudere il perimetro del giardino. La CAM ha poi chiesto di fare in fretta manfestando danni di immagine ed economici legati alla difficoltà di vendere i box sotto il futuro giardino. Su tutto la richiesta di Fdi, di alcuni cittadini e della rappresentante del Virgilio di riaprire la conferenza dei servizi. Richiesta verso cui Stefano si è mostrato scettico.
Se darà il via al progetto potrebbe nascere in circa un anno di lavori un giardino in stile barocco aperto verso via Giulia con una vista panoramica oltre il Tevere e verso il Gianicolo. All’interno lunghe sedute in travertino intervallate agli alberi, per lo più platani e faggi, ed un’area definita ‘giardino antico’ con vecchi alberi da frutto, agrumi, ulivi, fichi e gelsi, vigne e vasche di acqua piene di piante, i muri ricoperti di rampicanti e vecchie rovine a creare angoli suggestivi. Per la sistemazione standard della base del giardino sopra il parcheggio la CAM ha pronti 268.000 euro a cui si devono sommare anche circa 1,1 milioni di oneri concessori, da cui però vanno sottratto 290mila euro già versati per interventi per il Virgilio. Una variazione di spesa su cui i consiglieri del M5s hanno comunque chiesto venga fatta chiarezza.
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