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Migranti, Grasso: “Saremo chiamati a risponderne al tribunale della storia”

Il Presidente del Senato: "Come giustificheremo l'uso della crisi per non "sprecare risorse"?"

Pubblicato:03-10-2016 16:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:08

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senato_interno02ROMA – “Vorrei condividere con voi le parole che qualche mese fa, proprio qui in Senato, ha pronunciato un grande italiano, Piero Terracina. Grande non per essere riuscito a sopravvivere all’inferno di Auschwitz ma per aver saputo trasformare l’odio subito in semi di speranza: la sua testimonianza e la sua lezione hanno germogliato nelle coscienze di tanti. In quella occasione, riflettendo sul ‘peccato dell’indifferenza’, ci disse: ‘la Shoah piu’ che la pieta’ per le vittime o l’odio per i criminali deve ricordarci quanto il male possa essere ‘banale’ da poter essere confuso con una pratica burocratica, con l’obbedienza ad un ordine – e poco conta che l’ordine sia quello di scaricare in un foro lo zyklon B, l’acido prussico utilizzato nelle camere a gas nei lager nazisti (…), o di respingere una bagnarola affollata di migranti’.

Certamente non sfuggiva a Terracina, e neanche a me, la profonda differenza storica tra la Shoah e la tragedia del Mediterraneo. Eppure proprio chi ha subito la violenza di allora ci invita oggi a non cercare scuse perche’, come i cittadini europei degli anni 40, anche noi saremo chiamati a rispondere al Tribunale della Storia e alle domande dei nostri nipoti”. Pietro Grasso, Presidente del Senato, lo dice intervenendo al convegno ‘Vedere gli stranieri‘, oggi nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, in occasione della I Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione.

“E dunque- dice Grasso- nel futuro prossimo come spiegheremo loro che l’indifferenza, la paura, l’ignoranza ci hanno impedito di vedere davanti a noi disperati esseri umani e non nemici? Come ci giustificheremo per aver speso troppe parole a sostenere che la crisi economica non ci permette di ‘sprecare risorse’ per salvare queste persone aggrappate con le unghie e con i denti alla speranza di un futuro degno di essere vissuto?”.


 

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