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Dalla Chiesa, Boldrini: “Il suo esempio ha ancora molto da dirci”

Il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa fu ucciso dalla mafia nel 1892, insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all'agente di polizia Domenico Russo

Pubblicato:03-09-2016 09:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:02

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Laura BoldriniROMA – “Il potere non va mai delegato ‘né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti’. Il potere è solo quello dello Stato, delle sue Istituzioni e delle sue leggi. Fu per affermare questo potere che il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa perse la vita 34 anni fa a Palermo, ucciso dalla mafia insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di polizia Domenico Russo”. E’ il messaggio della presidente della Camera Laura Boldrini nell’anniversario della morte del generale Dalla Chiesa.

“Un omicidio- aggiunge Boldrini- che non riuscì a fermare il risveglio civile al quale l’azione del generale Dalla Chiesa aveva potentemente contribuito, quella volontà diffusa di ribellarsi al ricatto della criminalità organizzata che si espresse anche attraverso la nascita di tante associazioni e movimenti che affiancarono il lavoro di magistrati e forze dell’ordine. Ieri come oggi, la battaglia per la legalità è decisiva per la democrazia italiana, e ad affrontarla sono chiamate in primo luogo le Istituzioni”.

“Per questo- continua la presidente della Camera- nell’attuale legislatura, parte cospicua del lavoro del Parlamento si è concentrata sui provvedimenti di contrasto alla criminalità organizzata: inasprimento delle pene per l’associazione a delinquere di tipo mafioso, legge contro il voto di scambio, nuova disciplina della gestione dei patrimoni illeciti sottratti alla delinquenza, misure anti-corruzione. Ma è un lavoro che non potrà dirsi concluso fin quando non saremo riusciti a ripristinare la piena autorità dello Stato sui troppi territori nei quali le mafie fanno sentire il loro potere. L’esempio del generale Dalla Chiesa– conclude Boldrini- ha ancora molto da dirci”.


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