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VIDEO | Cile, opposizioni a Pinera: “Riprenda dialogo con i detenuti mapuche”

Chiedono al governo di liberare detenuti indigeni in sciopero della fame, ritenuti prigionieri politici, tra i quali il "machi", o sciamano, Celestino Cordova

Pubblicato:03-08-2020 16:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:43
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ROMA –  Condanna per gli atti di “violenza e razzismo” contro esponenti del popolo originario mapuche e un invito a “riprendere il dialogo” con i detenuti in sciopero della fame. Questi i punti salienti di una dichiarazione congiunta di deputati e senatori dell’opposizione cilena, che hanno cosi’ preso posizione contro gli attacchi ritenuti razzisti ai danni di gruppi di attivisti nativi avvenuti questo fine settimana in alcuni comuni della regione di Araucania, nel centro-sud del Paese. Nella dichiarazione, che vede tra i firmatari la presidente del Senato Adriana Munoz e i presidenti delle Commissione per i diritti umani sia del Senato che del Parlamento, si invita il governo del presidente Sebastiano Pinera a rispettare la Costituzione cilena, che stabilisce il rispetto di tutti i gruppi sociali e delle minoranze. Nel documento si esorta inoltre l’esecutivo a non ignorare il principio di “non discriminazione e uguaglianza davanti alla legge”, considerati fondamentali per il rispetto dei diritti umani.

Nel fine settimana alcuni gruppi di cittadini hanno attaccato degli edifici comunali occupati da attivisti nativi facendo pressione sulle forze dell’ordine affinche’ li sgomberassero. I Mapuche chiedono al governo di liberare detenuti indigeni in sciopero della fame, ritenuti prigionieri politici, tra i quali il “machi”, o sciamano, Celestino Cordova. Al centro delle polemiche anche l’intervento del ministro degli Interni, Victor Perez, che si e’ recato nel fine settimana nei luoghi al centro delle tensioni e ha affermato che in Cile “non ci sono persone detenute per motivi politici”. Il ministro e’ stato accusato dal Frente Amplio (Fa), principale formazione cilena di opposizione, di aver “provocato e distrutto ogni possibilita’ di risoluzione pacifica” del conflitto.


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