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Bologna, il ministero dà l’addio al Passante: “E passato, dimezziamo le auto”

Una nota del ministero sembra certificare l'addio al Passante. Il Comune e la Regione insorgono

Pubblicato:03-08-2018 17:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:26
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BOLOGNA – “Agli amministratori locali si chiede soltanto un po’ di pazienza e uno sforzo di innovazione dal punto di vista del pensiero e della visione”. Il ministero delle Infrastrutture guidato da Danilo Toninelli ‘gela’ Comune di Bologna e Regione sul Passante e chiarisce le proprie intenzioni: non tanto allargare l’asse stradale che attraversa Bologna quanto “dimezzare le auto”.

In “poche settimane di approfondimento circa il dossier del passante di Bologna- si legge in una nota- il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la sua struttura tecnica di missione, che si sono ampiamente confrontati anche con il concessionario, hanno già fatto emergere una novità rilevante: sulla tangenziale appare necessario un intervento per ridurre i flussi di traffico, mentre lo stesso non vale per la parte autostradale. Già solo questo è un fatto, supportato da uno studio di Autostrade, che in 14 anni nessuno sembrava aver visto. Una novità in grado di farci risparmiare qualche centinaio di milioni di euro”.

Per quanto riguarda la tangenziale, prosegue la nota del ministero, “ci sono due tratti, rispettivamente da 3,4 e 3,7 chilometri, sui quali si sta valutando la cosiddetta banalizzazione”. Tuttavia, “visto che il dicastero sta lavorando su alternative meno costose e meno impattanti dal punto di vista ambientale, sul tavolo non c’è soltanto la banalizzazione stessa, ma anche l’ipotesi della terza corsia ‘intelligente’, perché il primo scopo non è incrementare il flusso veicolare in tangenziale, come predilige la vecchia politica, ma diminuirlo. Allora si ragiona proprio sulla terza corsia ‘dinamica’ per le auto che abbiano a bordo almeno due o tre persone e per i veicoli elettrici. In modo da arrivare a dimezzare il numero delle auto, esattamente come si fa nei paesi più evoluti del mondo”.


Di conseguenza, si conclude la nota del ministero delle Infrastrutture, “dopo un quindicennio di errori e ‘distrazioni’, appare naturale sospendere la conferenza dei servizi per costituire un tavolo tecnico di confronto e ragionare su possibili correzioni. Questo ministero è impegnato, per ogni singola opera, ad utilizzare al meglio i soldi dei cittadini, nell’ottica di una mobilità che guarda al futuro, non al passato. Non saranno più tollerati gli sperperi cui abbiamo assistito negli ultimi decenni”.

Intanto, a Bologna continua lo scontro M5s-Pd. Al consigliere regionale dem Giuseppe Paruolo, che aveva stuzzicato i grillini con una battuta su Facebook-, replica Massimo Bugani: “Interesse di ‘cazzetti’ è portare 10 milioni di auto in più sull’asse più inquinato d’Italia come vorrebbe Paruolo”.

BONACCINI-MEROLA CONTRO MIT: “UNA TRAGEDIA”

Sarebbe una farsa, non fosse una tragedia“. Così un amaro Stefano Bonaccini commenta via Facebook la nota del ministero che in pratica certifica l’addio al Passante confermando il rinvio a data da destinarsi della conferenza dei servizi inizialmente convocata per il 13 settembre prossimi. Una comunicazione che viene accolta assai negativamente anche dal sindaco di Bologna, Virginio Merola, e dall’assessore regionale alle Infrastrutture Raffaele Donini, anch’essi esponenti Pd.

La nuova versione data adesso dal ministero è ancora diversa da quella di ieri e altrettanto improbabile”, chiosano. “La finiscano con questo balbettio inconcludente col quale smentiscono un giorno le suggestioni di quello precedente. Questa telenovela può finire solo incontrando con chiarezza e piena trasparenza Regione e Comuni. Vediamo domani cosa si inventeranno gli innovatori del ‘non sotto casa mia’”. Per Bonaccini una cosa è ormai certa. “Il ministero ai Trasporti vuole cancellare le infrastrutture decise. Non sapendo però motivare il perché, non accetta di incontrarci e rinvia la conferenza di servizi. Non avendo idea di cosa si stia parlando chiede addirittura a noi di suggerirgli proposte alternative a quelle concordate”, constata il governatore dell’Emilia-Romagna.

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