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Venezuela, 3.000 km negli States: in viaggio per trovare medicine

"La gente laggiù non sa più dove sbattere la testa"

Pubblicato:03-08-2017 16:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:35

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ROMA – “Tutto il mondo ci sta dando una mano a rispondere al blackout di medicinali del Venezuela, questo è il quinto tour che facciamo”. A parlare è Marisol Dieguez, la presidentessa dell’ong Programa de Ayuda Humanitaria para Venezuela, con sede in Florida. E’ tornata da un viaggio di oltre 2.600 chilometri lungo la costa orientale degli States: alla guida di un furgone, ha raccolto medicinali e attrezzature mediche dalla Virginia alla California, toccando la Carolina del Nord, la Carolina del Sud e la Georgia.

L’Agenzia Dire l’ha contattata nei giorni del voto dell’Assemblea costituente: anche se questi ultimi giorni li ha trascorsi in viaggio, “il cuore è in Venezuela. La gente laggiù non sa più dove sbattere la testa. E’ stanca, ha fame, si rovista nei bidoni della spazzatura e i giovani non credono più nell’avvenire”.


Tra le modifiche proposte dal referendum costituzionale c’è il rafforzamento dei poteri presidenziali a scapito del Parlamento e l’abolizione della proprietà privata. Nonostante questo, “la gente protesta ancora pacificamente”.

Per cosa protesta? “Nel paese non c’è più nulla. Il governo pretende di convincerci che è il risultato di una ‘guerra economica’, ma sappiamo che non è così. Da quando il prezzo del petrolio è crollato, non è più stato in grado di finanziare i servizi sociali, per non parlare della corruzione e degli espropri di imprese private e terreni”.

Eppure, ricorda con nostalgia, “eravamo uno dei paesi più ricchi del mondo grazie a petrolio, risorse naturali e potenziale agricolo, e ora la gente muore di fame e malattie”.

La riforma della Costituzione che Maduro sta perseguendo “è incostituzionale”, dice ancora Marisol, così come il fatto “di usare l’arsenale da guerra delle Forze armate contro i manifestanti”. In questi 120 giorni di proteste “le persone hanno chiesto sempre le stesse cose: aiuti umanitari e libere elezioni. Il governo ha risposto sparando, e negando la crisi”. Si è passati “dai gas lacrimogeni, i cannoni d’acqua e i proiettili di gomma a proiettili veri”.

Marisol cita anche i ‘Collectivos’, “bande armate che il governo finanzia per sparare contro gli oppositori. In questi mesi l’esercito e le milizie hanno aperto il fuoco anche contro ospedali privati e abitazioni. E’ il governo che genera e causa le violenze, non sono i manifestanti. E’ l’unico che viola la Costituzione”, conclude.

di Alessandra Fabbretti

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