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Tria: “Crescita nel 2018 può rallentare”. E sbotta: “Non sono Padoan”

Il ministro dell'Economia fa il punto davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato

Pubblicato:03-07-2018 11:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:19

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ROMA – “La riduzione del debito pubblico” è uno degli obiettivi principali del governo ed è fondamentale anche che “non si abbia una inversione di tendenza dal percorso” di riduzione del deficit strutturale. Lo dice il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, in audizione davanti alle commissioni di Camera e Senato. Questi interventi sono necessari “per mantenere e rafforzare la fiducia degli investitori internazionali e italiani nell’economia del paese”, sottolinea.

“NEL 2018 RISCHIO CHE CRESCITA RALLENTI”

La crescita dell’economia italiana viaggia “a un ritmo lievemente inferiore rispetto al 2017, le stime interne più recenti indicano per il secondo trimestre un ritmo di crescita analogo al primo. Ci sono rischi di una moderata revisione al ribasso della crescita del 2018″, dice ancora Tria. Questo rallentamento è dovuto “al rallentamento dell’economia internazionale, delle esportazioni e del calo dei consumi negli Stati Uniti”, spiega.

“STUDIEREMO FLAT TAX MA IN QUADRO COERENTE DI SPESA”

La task force sul fisco avrà il compito di analizzare “i profili di gettito e distributivi connessi alle ipotesi di riforma in direzione della flat tax, in un quadro coerente di politica fiscale” dice il ministro Tria.


“PATRIMONIALE NON E’ IN DISCUSSIONE E IO CONTRARIO”

“La patrimoniale non è in discussione nel governo e io non sono favorevole”, afferma il ministro dell’Economia.

“NESSUNA MANOVRA CORRETTIVA NEL 2018”

“Non è intenzione del governo adottare alcuna misura correttiva in corso d’anno” annuncia il ministro dell’Economia.

“GOVERNO UNITO, NESSUNO VUOL FAR SALTARE I CONTI”

“Atti di governo che mettano in dubbio la tenuta dei conti e il mantenimento della traiettoria di consolidamento fiscale fino a prova contraria non ce ne sono stati e su questo c’è unità nel governo”, dice ancora Tria.

BASTA CON LA STORIA DELLA CONTINUITÀ, NON SONO PADOAN

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria non ci sta a passare come il clone di Padoan o come ha detto in commissione Guido Crosetto “simile a Monti“. E allora la sua reazione è ferma: “Voglio intervenire su questa storia della continuità, che io parli come il mio predecessore Padoan. Contesto questa questione della continuità– insiste- perchè si pensa che la discontinuità si veda solo sul livello del deficit e della spesa, non credo sia questa la discontinuità, altrimenti vuol dire ‘mandiamo all’aria i conti’ e vediamo la discontinuità”, spiega davanti alle commissioni Bilancio del parlamento.

La discontinuità, sottolinea, “si ha nell’uso delle risorse e va cercata nella composizione delle entrate e delle uscite”. E ancora, sui conti pubblici: “Qui c’è una continuità ovvia di un pensiero sano, non si mandano all’aria i conti“.

E ancora, Tria attacca, ma come dice lui, “senza fare polemica politica”. Una stoccata è per il governo Monti: “Non sono montiano, in quella fase si avviò una seconda fase recessiva”.

“C’è la continuità nel senso di un ministro che ha la consapevolezza di questo”, della salvaguardia dei conti. “La mia vita in questo governo come difensore dei conti credo sia molto più facile di quella vissuta dal mio predecessore”, sottolinea sorridendo in direzione di Padoan.

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