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E’ morto Paolo Villaggio, la figlia: “Ora sei di nuovo libero di volare”

Malato di diabete, era ricoverato da giorni in una struttura della Capitale perché le sue condizioni si erano aggravate. Aveva 84 anni

Pubblicato:03-07-2017 08:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:29

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ROMA – E’ morto a Roma a 84 anni Paolo Villaggio. Ne ha dato notizia la figlia Elisabetta su Facebook dove ha postato una foto del padre da giovane accompagnata da questa frase: “Ciao papa’ ora sei di nuovo libero di volare”.

Malato di diabete, era ricoverato da giorni in una struttura della Capitale perché le sue condizioni si erano aggravate.

Nato a Genova il 30 dicembre 1932, Paolo Villaggio è stato per decenni il simbolo della comicità italiana. Incarnando il ragionier Ugo Fantozzi, “il prototipo del tapino, ovvero la quintessenza della nullità” (come lui stesso definì il personaggio), è entrato nel cuore di intere generazioni. Proprio qualche giorni fa, a  Bologna, in occasione della proiezione in piazza Maggiore de ‘La corazza Potemkin’, era stata lanciata l’idea di riproporre la scena della scalinata, proprio “come il ragionier Fantozzi e colleghi”  ne ‘Il secondo tragico Fantozzi’.


https://www.youtube.com/watch?v=f_1UoOPFxfY

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Paolo Villaggio non era solo Fantozzi. Aveva recitato con Federico Fellini, Ermanno Olmi e Mario Monicelli e ottenuto numerosi riconoscimenti. Nel 1990, il David di Donatello per il miglior attore protagonista per La voce della Luna, di Federico Fellini; nel 1992 Leone d’Oro alla carriera al Festival del cinema di Venezia; nel 1994 Nastro d’argento al migliore attore protagonista per Il segreto del bosco vecchio, di Ermanno Olmi, nel 2000 Pardo d’onore alla carriera al Festival internazionale del film di Locarno e nel 2009 il David di Donatello alla carriera.

https://www.youtube.com/watch?v=Bg1n7X0ypzw

Paolo Villaggio ha anche firmato due canzoni molto amate di Fabrizio De André, ‘Il Fannullone’ e ‘Carlo Martello ritorna dalla battaglia di  Poitiers’.  

La scelta dell’ambientazione medioevale fu tutta farina del mio sacco- raccontava Villaggio a proposito di quest’ultima canzone-; Fabrizio ci mise solo la musica. Cioè avvenne il contrario, lui aveva già la musica ed io ci misi le parole […] In una settimana scrissi le parole di questa presa in giro del povero Carlo Martello”.

 

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