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Expo. La donna tra alimentazione e attività fisica al padiglione Italia col Ministero della Salute

MILANO - L'alimentazione e l'attività fisica nelle diverse fasi della vita di una donna protagoniste a Expo, a

Pubblicato:03-07-2015 15:44
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:25

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MILANO – L’alimentazione e l’attività fisica nelle diverse fasi della vita di una donna protagoniste a Expo, a Milano, nel Padiglione Italia.

In occasione di uno degli incontri centrali del mese di luglio, nello Spazio donna, con il ministero della Salute come organizzatore e promotore, è stato ospite Giorgio Galanti, ordinario di Medicina interna all’università di Pittsburgh, direttore della Scuola di specializzazione in Medicina dello sport e dell’esercizio dell’ospedale Careggi e specialista in Malattie cardiovascolari, Medicina interna e Medicina dello sport all’università degli studi di Firenze.


Il tema è stato appunto quello di un’analisi approfondita sugli aspetti relativi all’alimentazione e all’attività fisica della donna nelle tre fasi della vita: pubertà, gravidanza e menopausa. In sostanza l’alimentazione equilibrata e l’attività fisica corretta apportano a ciascuna donna benefici secondo un approccio life-course. Detto questo, sin dalla pubertà vanno evitati squilibri alimentari e vanno coltivate tutte quelle attività fisiche senza eccessive remore o paure spesso inculcate da concetti errati. L’intervento di Galanti ha voluto in primo luogo sfatare alcuni falsi miti, come ad esempio quello che ci racconta la correlazione tra attività sportive intense e l’amenorrea: “Non esiste alcuna correlazione salutare tra l’attività fisica nelle donne e patologie come l’amenorrea- ha spiegato Galanti- occorre accertare in casi simili la presenza pregressa di un quadro clinico già disagiato”.

Importantissimo è adeguare alimentazione e attività sportiva a seconda dell’età e della fase di crescita. L’adolescenza è un periodo delicato in cui all’allenamento fisico va affiancato un allenamento psichico”, ha aggiunto il professore. Fino alla pubertà infatti i ragazzi non presentano quelle differenze fisiologiche di genere che poi si manifestano con la maturità ormonale, dunque fino a 11-12 anni bambine e bambini hanno la stessa costituzione fisiologica (“Fino alla pubertà bambini e bambine sono fisiologicamente identici”).

Con lo sviluppo ormonale le cose ovviamente cambiano, ed è importante far crescere nei ragazzi e nelle ragazze la consapevolezza delle particolarità del proprio corpo, spiegando ad esempio alle ragazze che la situazione fisiologica dell’accumulo di massa grassa sui fianchi e sui glutei va accettata senza far pesare troppo modelli sbagliati a cui spesso la società ci espone. Altra nozione importante è quella che prevede un approccio qualitativo della dieta: questo ad esempio significa comprendere che l’ormone della crescita ha un lavoro notturno che andrebbe implementato con l’assunzione delle vitamine necessarie, ed è meglio farlo alla sera anziché al mattino. “Non si dovrebbe parlare di dieta perché il termine ‘dieta’ già implica un concetto di privazione”, anche perché l’educazione alimentare comporta un corretto rapporto con i più svariati cibi, senza paletti ideologici o rinunce a priori. Un altro mito da sfatare è quello che ci racconta di una presunta minore efficacia fisica della donna rispetto all’uomo, allo stesso livello di allenamento. Questo perché per fattori ormonali la donna tende ad accumulare massa grassa utile all’allattamento e alla gestazione, e ciò ha generato una serie di equivoci. A parità di massa muscolare non c’è alcuna differenza tra le prestazioni di una donna e quelle di un uomo, logico è che poi nella maggior parte dei casi la costituzione maschile garantisce più forza, ma è questione di quantità e non di qualità. Anche sull’aspetto cardiovascolare le donne hanno le stesse risorse degli uomini: “Basti pensare al parto, una delle situazioni cardiovascolari di maggior stress in natura- ha spiegato ancora Galanti- a cui una donna sana fa fronte senza alcuno scompenso”. Insomma, nessuna presunta inferiorità, anzi: “Pare sia provato scientificamente che la donna abbia capacità di recupero metaboliche decisamente superiori all’uomo”. Per quanto riguarda l’alimentazione della donna in gravidanza, come ha detto il relatore, “bisogna partire dalle condizioni di salute della donna che rimane incinta. Se le condizioni generali (esami del sangue, peso, massa magra, massa grassa) sono corrette, bisogna solo, attraverso un’alimentazione adeguata e varia, mantenere il peso nel corso della gestazione. In gravidanza mantenere il peso è fondamentale ed è altrettanto importante che la donna incinta abbia una scorta di massa grassa perché esiste un enzima atto a favorire l’assorbimento del grasso, che viene attivato nel terzo trimestre di gravidanza e nell’allattamento. Ciò significa che anche il tanto vituperato grasso che si deposita nell’addome e nei fianchi della donna, durante la gravidanza è necessario”.

Sul tema degli alimenti da privilegiare in gravidanza, l’indicazione è quella di optare per quelli con alta digeribilità, ricchi di proteine e che non contengano smodate quantità di grassi. “Non ci sono alimenti ‘specifici’- ha chiarito Galanti- Se una donna è abituata a mangiare in una determinata maniera deve solo imparare a bilanciare la quantità di cibo, parlando ovviamente di donne che non hanno particolari problemi di salute”.

E in menopausa? “In menopausa è fondamentale quello che è stato seminato durante la propria vita. Per una donna che ha sempre condotto una vita regolare la menopausa non rappresenta un grosso problema. Lo sport e l’alimentazione sono importanti, perché l’attività fisica permette di conservare la condizione cardiovascolare e soprattutto il tono muscolare, che fisiologicamente verso i 40-50 anni normalmente decade. Altro elemento fondamentale di questa fase è ovviamente la perdita di massa ossea, che normalmente avviene poco prima della menopausa e si attesta intorno all’1%. Senza attività fisica può arrivare al 2-3%, ed è qui che si inserisce il discorso dell’alimentazione, magari con un apporto di vitamina D che può sicuramente aiutare”.

di Nicola Mente – Giornalista

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