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Sicilia, Razza torna assessore alla Salute: è indagato per la falsificazione dei dati Covid

Il presidente della Regione Nello Musumeci ha convinto Razza, che si era dimesso dopo l'inchiesta sulla falsificazione dei dati Covid in Sicilia, a tornare al suo posto. Le opposizioni attaccano

Pubblicato:03-06-2021 09:13
Ultimo aggiornamento:03-06-2021 09:16

ruggero razza
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PALERMO – Ruggero Razza torna alla guida dell’assessorato alla Salute della Regione Siciliana, che aveva lasciato il 30 marzo dopo avere saputo di essere indagato nell’inchiesta sulla presunta falsificazione dei dati Covid dell’Isola. Da quel giorno l’assessorato alla Salute è stato guidato ad interim dal presidente della Regione Nello Musumeci, che oggi ha rinominato Razza. “In queste settimane di interim ho potuto toccare da vicino la qualità degli operatori della sanità siciliana, la loro abnegazione e l’impegno da tutti profuso nel corso di questi lunghi mesi di pandemia. Non mi hanno meravigliato gli appelli rivolti da molti operatori e rappresentanze sindacali, certamente non tacciabili di vicinanza con il nostro governo, che hanno chiesto di riprendere il percorso amministrativo avviato con l’assessore”. Così il governatore ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a rinominare Ruggero Razza alla guida dell’assessorato alla Salute. “Dal primo momento ho detto che le indagini giudiziarie e le responsabilità politiche devono essere separate, nel pieno rispetto per il lavoro della magistratura e dei principi che regolano la nostra vita democratica – aggiunge Musumeci – . Per questo ho insistito con Ruggero Razza affinché potesse riprendere il ruolo che gli avevo assegnato nel novembre del 2017. Ho fiducia che questa scelta possa contribuire positivamente a concludere un percorso amministrativo avviato in questi anni con i risultati che tutti conoscono”. Ma le opposizioni non ci stanno e attaccano.

BARBAGALLO: “NEL SISTEMA VOLUTO DA RAZZA DECINE DI INEFFICIENZE”

“La staffetta Musumeci-Razza alla Salute si chiude nel peggiore dei modi nel giorno in cui si festeggia la Repubblica: il delfino è infatti tornato sulla tolda di comando dell’assessorato alla Salute, come ci fa sapere Musumeci con un comunicato, dopo settimane di sussurri e campagne social abilmente orchestrate”. Lo dice il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, sulla nuova nomina di Ruggero Razza alla guida dell’assessorato alla Salute. “Il Partito democratico è sempre stato critico sulla gestione della sanità in Sicilia da parte di Ruggero Razza a prescindere dall’indagine giudiziaria in cui è coinvolto e per cui gli auguriamo di uscire indenne – prosegue -. Sono decine gli atti parlamentari presentati per denunciare le inefficienze del sistema sanità in Sicilia voluto da Razza, di cui abbiamo anche chiesto la sfiducia nel suo primo mandato. Le nostre perplessità – aggiunge Barbagallo – si sono rinvigorite durante l’interim di Musumeci che non si è mai degnato di venire all’Ars a rispondere e confrontarsi sulle falle registrate nella gestione dell’emergenza covid ma anche negli ospedali con interi reparti ordinari abbandonati a loro stessi, senza medici e e poco personale sanitario. È solo una questione di potere e poltrone: la Sicilia affonda ma con il ritorno di Razza Musumeci è contento, tutto il resto non conta”.

FAVA: “HANNO PREVALSO GLI INTERESSI POLITICI DI MUSUMECI”

“C’erano molteplici motivi di opportunità che avrebbero dovuto suggerire a Musumeci di non procedere al rientro di Razza alla guida dell’assessorato alla Salute. Ma su queste evidenti ragioni ha prevalso la volontà di piegare l’interesse della Sicilia alle esigenze politiche del presidente della Regione. Il tutto dopo aver lasciato, nei mesi più caldi della campagna vaccinale, l’assessorato e la macchina regionale senza una guida”. Lo afferma il presidente della commissione Antimafia dell’Ars, Claudio Fava, commentando il ritorno di Ruggero Razza alla guida dell’assessorato alla Salute della Regione Siciliana. “Ma alla vigilia di una nuova stagione di nomine, unico vero collante del governo regionale, Musumeci doveva dimostrare di essere ancora alla guida di una coalizione che nei fatti non esiste più e di un governo regionale che produce solo spartizione di poltrone e non un solo singolo atto nell’interesse dei siciliani”, conclude Fava.


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