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Sardegna, registrazione obbligatoria per i turisti in arrivo

Prima di imbarcarsi su un aereo o nave diretti nell'isola, il turista dovrà registrarsi tramite un modulo online: venuto meno il passaporto sanitario, la Sardegna procede con un monitoraggio

Pubblicato:03-06-2020 11:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:25
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CAGLIARI – Da oggi i turisti che sbarcheranno in Sardegna saranno tracciati. Ciascun passeggero, prima di imbarcarsi su un aereo o nave diretti nell’isola, dovrà registrarsi tramite un modulo online, seguendo le indicazioni sulla home page del sito istituzionale della Regione Sardegna, o attraverso l’app “Sardegna Sicura”. Il viaggiatore dovrà poi presentare copia della ricevuta di avvenuta registrazione, unitamente alla carta d’imbarco e ad un documento d’identità. Questa la principale novità contenuta nell’ordinanza firmata nella notte dal governatore Christian Solinas, alla vigilia della riapertura agli spostamenti tra Regioni.


solinas

ALL’ARRIVO VERRÀ MISURATA LA FEBBRE

Solinas ha dunque dovuto cedere dopo il lungo braccio di ferro con il governo per le gestione dei flussi turistici nell’isola: nessun passaporto sanitario e neanche l’autocertificazione che attesti la negatività al coronavirus, ma un monitoraggio per chi arriverà in Sardegna, in vari step: dopo la registrazione obbligatoria prima dell’imbarco, il passeggero, arrivato in uno degli scali dell’isola, è tenuto a sottoporsi alla misurazione della temperatura corporea.


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“Qualora questa risultasse pari o superiore ai 37,5 gradi- è scritto ordinanza- il personale sanitario preposto presso l’autorità aeroportuale o l’Autorità di sistema portuale del Mare di Sardegna provvede ad attivare le procedure di legge”. Il viaggiatore è tenuto anche a compilare una scheda di ricerca “di possibili pregressi di infezione o contatto col coronavirus, contenuta nel modulo di registrazione, dando eventualmente anche il proprio consenso all’effettuazione dell’indagine epidemiologica regionale”.

I DATI DEI PASSEGGERI SARANNO CONSERVATI PER 14 GIORNI

Tutti i dati sui passeggeri, si legge nel documento, verranno conservati per quattordici giorni: “Saranno utilizzati per le azioni di monitoraggio dei soggetti interessati, in collaborazione con le forze dell’ordine, i Comuni e le Aziende sanitarie territorialmente competenti”.

Naufragata l’idea della certificazione sanitaria, si allontana di conseguenza anche il progetto, portato avanti soprattutto dall’assessore al Turismo, Gianni Chessa, di permettere la circolazione “libera” nell’isola, senza guanti e mascherine, nell’ottica di una Sardegna “covid-free”: “Sull’intero territorio regionale è obbligatorio l’uso delle mascherine in tutti i locali aperti al pubblico– specifica Solinas-. Tale obbligo vige anche nei luoghi all’aperto laddove non sia possibile mantenere il distanziamento di almeno due metri, fermo restando il divieto di assembramento”.

SOLINAS AMAREGGIATO

Tra le righe dell’ordinanza, impossibile non scorgere l’amarezza di Solinas: la Regione Sardegna, prende atto della decisione del governo italiano di riaprire a decorrere dal 3 giugno, la mobilità tra tutte le Regioni, scrive il governatore, “senza alcuna misura di cautela specifica, oltre la misurazione della temperatura corporea nei porti e negli aeroporti, e del diniego opposto alla nostra proposta di un filtro sanitario per gli accessi all’isola, da realizzarsi mediante richiesta di una certificazione medica della condizione soggettiva di ciascun passeggero in arrivo a seguito dell’esecuzione di un test, tra quelli accreditati dalle autorità sanitarie nazionali, che attestasse la negatività dello stesso al covid”.

In ragione della condizione insulare della Sardegna, “della conseguente limitata quantità di punti di accesso e del dimensionamento del servizio sanitario regionale, che -per quanto potenziato in maniera considerevole nelle strutture e nei reparti specialmente dedicati alla cura delle patologie da covid- non potrebbe fare fronte ad un’eventuale ripresa della diffusione virale con numeri esponenzialmente superiori alla propria capacità di erogazione di prestazioni, per via dei numeri potenzialmente attesi in relazione ai flussi turistici estivi, appare comunque necessario un sistema di controlli preventivo rinforzato sugli arrivi al fine di filtrare ulteriormente la possibilità di nuova circolazione virale”.

AGUS: ORDINANZA SOLINAS? PERSO TEMPO PREZIOSO

“E alla fine la montagna partorì un topolino. In contemporanea con l’apertura dei collegamenti aerei da Roma e Milano, la Regione ha emanato l’ordinanza che non prevede passaporti, test e autorizzazioni. Per chi arriva in Sardegna sarà necessario compilare un modulo e scaricare una app, ‘Sardegna Sicura’. Che però non risulta ancora disponibile, quantomeno sull’Apple store. È prevista inoltre la misurazione della temperatura. Ho la sensazione che sia stato buttato al macero una marea di tempo prezioso”. Così su Facebook Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti.

“Oggi è in programma l’audizione in commissione Sanità del Comitato tecnico scientifico della Regione- ricorda-. Riunione da noi richiesta per approfondire proprio questi aspetti. Vi aggiornerò”.

ASSESSORE SARDEGNA: ARRIVO TURISTI? SARÀ DURA PROVA

“Diciamo che siamo abbastanza pronti. È chiaro che facciamo i conti con una macchina tarata su un milione e seicentomila abitanti e non per sopportare l’arrivo di milioni di turisti” come “in un periodo non di pandemia. Sarà una dura prova se dovesse esserci una recrudescenza, perché purtroppo le nostre strutture sono quelle e più di tanto non possono essere implementate, soprattutto in tempi così brevi”. Risponde così l’assessore alla Sanità della Regione Sardegna, Mario Nieddu, interpellato sull’arrivo dei turisti in occasione di un webinar sulla cronicità moderato dal direttore dell’agenzia Dire, Nico Perrone.

“In questi giorni la Sardegna è stata al centro di polemiche perché il nostro presidente chiedeva un ‘di più di cautela’ per gestire meglio la riapertura- ha proseguito Nieddu- ma questo il governo non ha ritenuto di concedercelo. Quindi adesso abbiamo dovuto ripiegare su misure alternative; anche noi già abbiamo la nostra app regionale, sulla scorta di ‘Immuni’, già pronta da marzo. Faremo compilare un questionario e cercheremo di tenere sotto controllo, di tracciare ed eventualmente di testare al primo segnale di allarme i presunti contagi”. Nieddu fa quindi sapere che la Sardegna non ha “mai smantellato la macchina messa in piedi in questo periodo- ha aggiunto- e abbiamo strutture deputate a ricevere eventuali positivi portandoli via dalle strutture alberghiere”.

Ma la Sardegna può ritenersi una regione ‘fortunata’ dal punto di vista dell’epidemia? “Su questo avrei qualcosa da obiettare- risponde l’assessore alla Sanità al direttore della Dire Perrone-. La fortuna aiuta gli audaci e in questo senso ci ha aiutato perché abbiamo operato bene. Ricordo che nella nostra Regione abbiamo preso delle misure che sono state anticipatrici rispetto a quelle messe poi in campo dal governo, mi riferisco per esempio agli ospedali Covid in esclusiva, per i quali sono stato tanto criticato perché erano privati. Abbiamo insomma attuato misure importanti per combattere la pandemia- ha concluso- quindi la fortuna c’entra fino ad un certo punto”.

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