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Clima, Ispra: “L’Italia si scalda di più del resto del mondo”

L'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale presenta l''Annuario dei dati ambientali 2019', che fotografa l'Italia a libello ambientale

Pubblicato:03-06-2020 09:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:25

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ROMA – La temperatura cresce nel nostro Paese più che in altre parti del mondo, avverte l’Annuario dei dati ambientali 2019 Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale . Nel 2018 è stata registrata un’anomalia media pari a +1,71 gradi rispetto alla media climatologica 1961-1990, superiore a quella globale sulla terra ferma (+0,98 gradi). È stato calcolato un aumento della temperatura media pari a circa 0,38 gradi ogni dieci anni nel periodo 1981-2018. È quanto risulta dall’Annuario dei dati ambientali 2019′ di Ispra, un quadro aggiornato sullo stato di salute del nostro Paese. Si tratta di un report che fotografa la situazione dell’ambiente in Italia.

Tra gli altri elementi importanti che emergono dal rapporto, c’è la grave situazione di fauna e flora, minacciate da inquinamento e specie aliene. In buono stato solo il 48% dei fiumi e il 20% dei laghi italiani. Bene invece le aree protette del nostro Paese. Temperature che crescono in Italia più che in altre parti del mondo (+1,71 gradi nel 2018 a fronte di un +0,98 gradi a livello globale). Diminuiscono però i gas serra (-17,2% dal 1990 al 2018), mentre sul fronte dell’inquinamento atmosferico si sforano i limiti giornalieri, nel 21% delle stazioni per il PM10, anche se in Italia nel medio-lungo periodo gli inquinanti sono in discesa. Però il Bacino padano resta il malato d’Europa sul fronte della qualità dell’aria e dello smog.

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In tutto ciò, però, con il 18,3% di energie rinnovabili, Italia supera l’obiettivo al 2020 fissato dall’Europa (17%). Quest’anno, però, le informazioni sull’ambiente in Italia si confrontano con i recenti trend europei elaborati dall’Agenzia europea dell’ambiente e illustrati lo scorso dicembre a Bruxelles con il ‘SOER 2020 – State of the Environment Report’. A questi report, poi, si aggiunge un altro documento, il Rapporto Ambiente di Sistema, che propone alcuni focus regionali. I dati vengono presentati nel corso di una diretta streaming in collegamento con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli e con il ministro dell’ambiente Sergio Costa.

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LA TEMPERATURA CHE CRESCE PIU’ CHE ALTROVE

La temperatura cresce nel nostro Paese più che in altre parti del mondo: nel 2018 è stata registrata un’anomalia media pari a +1,71 gradi rispetto alla media climatologica 1961-1990, superiore a quella globale sulla terra ferma (+0,98 gradi). È stato calcolato un aumento della temperatura media pari a circa 0,38 gradi ogni dieci anni nel periodo 1981-2018. Elemento che porta l’Italia ad allontanarsi dagli obiettivi di contrasto dei cambiamenti climatici.

Nuovo picco per la temperatura dei mari italiani nel 2018 (+1,08 gradi), il secondo dopo il 2015, rispetto al periodo 1961-1990. Ciononostante, diminuiscono del 17,2% le emissioni di gas serra in Italia nel medio periodo (1990-2018). Nel primo trimestre di quest’anno, poi, si stima per il 2020 una riduzione, a causa del lockdown, dei gas serra del 5,5% a fronte di una variazione congiunturale del Pil pari a -4,7 %. Nel 2018 la diminuzione era stata dello 0,9%, rispetto all’anno precedente e per il 2019 la tendenza è di una riduzione del 2,0% rispetto al 2018.

L’accelerazione dei cambiamenti climatici porterà probabilmente a un aumento dei rischi anche in Europa, in particolare per i gruppi vulnerabili- avverte Ispra- Gli impatti possono derivare da ondate di caldo, incendi boschivi, inondazioni e alterazioni nella larga diffusione di malattie infettive”.

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