ROMA – “Nelle ultime ore non era più lui: qualcosa è andato terribilmente storto”. Sono le parole di Vicky vedova di Chris Cornell, certa che i risultati delle analisi avrebbero dato un senso al gesto della star. Ma così non è stato.
Il cantante dei Soundgarden, trovato morto nel bagno di una stanza di albergo a Detroit non si è impiccato a causa delle sostanze assunte poco prima. E il caso rimane aperto. In molti infatti, i suoi cari in primis, erano convinti che Cornell si era impiccato sotto l’effetto di medicinali assunti per calmare l’ansia, ma i risultati smentiscono le ipotesi. Gli esami tossicologici effettuati sul corpo del cantante rivelano la presenza di benzodiazepine, barbiturici e sedativi ma questi “non hanno contribuito a causarne la morte” ha affermato Théodore Brown,il medico legale che ne ha stilato il referto.
Il caso dunque rimane ancora aperto. Intanto i risultati dell’autopsia confermano che la morte di Cornell è avvenuta a causa dell’impiccagione.
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