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Cortei, digiuni e stop degli scrutini: in Emilia Romagna è lotta continua contro la Buona scuola

REGGIO EMILIA - Da Piacenza a Rimini i sindacati della scuola tornano a protestare contro la riforma del

Pubblicato:03-06-2015 08:29
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:21

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REGGIO EMILIA – Da Piacenza a Rimini i sindacati della scuola tornano a protestare contro la riforma del Governo Renzi. Lo fanno con due iniziative, lanciate a livello nazionale, a cui aderiscono anche le città emiliano-romagnole. La prima è in programma dopodomani si declina in città come Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Modena, Ferrara, Forlì e Rimini in una fiaccolata notturna. A questa iniziativa pubblica seguirà lo sciopero “breve” degli scrutini. Fa eccezione Bologna in cui le cinque sigle del comparto (Flc -gil, Cisl e Uil Scuola, Snals e Gilda) hanno optato per una forma ancora più ‘spinta’ di protesta. Sotto le due torri dal 7 al 13 giugno si svolgerà infatti un presidio 24 ore su 24 davanti all’Ufficio scolastico regionale con sciopero della fame “a staffetta” dei manifestanti. Un capitolo a parte riguarda invece lo sciopero degli scrutini, che sarà effettuato in base al calendario stabilito dalle singole scuole. In questo caso, ogni docente potrà scioperare nella prima ora di attività programmata relativa agli scrutini di ciascuna delle classi che lo riguardano (sono esclusi gli scrutini per le classi di terza media e quinta superiore che devono sostenere gli esami finali). Lo sciopero della prima ora è previsto dalle organizzazioni sindacali per i primi due giorni del calendario degli scrutini definito dalle scuole. Il personale Ata, gli educatori, chi lavora nei servizi per l’infanzia, invece è chiamato ad incrociare le braccia per un’ora in ciascuna su due giornate. “Lo scopo- spiega il segretario della Flc Scuola di Reggio Emilia Roberto Bussetti- non è chiaramente quello di far perdere l’anno scolastico ai ragazzi, ma di mandare un segnale forte al Governo della contrarietà alla riforma che dovrebbe essere approvata a metà giugno”.

L’obiettivo, prosegue Bussetti, “è ritardare gli scrutini di almeno due giorni: un risultato che non si è mai raggiunto prima in Italia”.

(Video e dettagli  in abbonamento)


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