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Milano, Sala si difende: “Chiudere piazza Duomo ai tifosi sarebbe stato peggio”

Il sindaco risponde all'attacco di Salvini, che lo aveva accusato di tacere e scappare e di non avere aperto San Siro ai tifosi dell'Inter per festeggiare lo scudetto

Pubblicato:03-05-2021 16:51
Ultimo aggiornamento:03-05-2021 16:53
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“La risposta è no. Innanzitutto perché gli stadi sono chiusi. E poi, come entrano ed escono 20.000 tifosi senza assembrarsi?“. Arriva la replica del sindaco di Milano Giuseppe Sala alle polemiche piovutegli addosso in seguito al raduno dei tifosi interisti per i festeggiamenti scudetto in piazza Duomo. In particolare, il sindaco milanese si rivolge alla domanda diretta postagli dal leader leghista Matteo Salvini, che chiedeva perché non si fossero convogliati i tifosi allo stadio, invece che in piazza. Una domanda che si era fatto anche il direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti.

IL SINDACO CITA IL PREFETTO: “CHIUDERE PIAZZA DUOMO SAREBBE STATO PEGGIO”

Sala nel suo post riporta anche alcune dichiarazioni del Prefetto di Milano Renato Saccone, il quale sottolinea di aver valutato “che chiudere piazza Duomo, spazio urbano ampio e con numerose vie di esodo, sarebbe stato inevitabilmente occasione di ancora più densi e rischiosi assembramenti, sotto ogni profilo”, e che “di fronte a trentamila tifosi esultanti, circa diecimila nel picco in piazza Duomo, non si usano idranti, né ha senso transennare una città”. Insomma, per il Prefetto “si opera per evitare incidenti di qualsiasi natura, che non ci sono stati, per ridurre nei tempi le manifestazioni di festa, con il rispetto del ‘coprifuoco’, per salvaguardare le tante attività commerciali e della ristorazione e il diffuso passeggio domenicale di un pomeriggio primaverile in zona gialla, così come è stato”.


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L’ATTACCO DEL CENTRODESTRA MILANESE

Intanto, il centrodestra cittadino resta sulle barricate. Dopo la Lega, è il turno di Fratelli d’Italia, che con l’assessore regionale alla Sicurezza e consigliere milanese Riccardo De Corato rincara la dose. “Ci stupisce che oggi ci sia chi si stupisca di quanto accaduto ieri. Ma qualcuno pensava veramente che i tifosi rimanessero chiusi in casa?“, si domanda De Corato, il quale ricorda che già in occasione del derby del 21 febbraio scorso si erano visti “festeggiamenti e assembramenti davanti a San Siro“. Insomma, secondo l’esponente Fdi “in questi mesi a Milano è successo di tutto: dal rave party degli anarchici in Darsena alle manifestazioni dei vari no-global, antagonisti, no tav, alle resse fuori dei consolati (come, ad esempio, quelli del Marocco e Senegal), agli assembramenti fuori dalle moschee abusive durante il ramadan e, per finire, al corteo del Primo Maggio”, e il messaggio trapelato è “che a Milano, comunque, si può fare tutto”. Ecco perché ora “è troppo semplice prendersela con i tifosi, gran parte dei quali ragazzini“. Per De Corato, in sostanza, “in città gli unici che pagano il non controllo del territorio sembrano essere solo i commercianti, vessati ancora oggi dal coprifuoco”.

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