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Migranti, Guardia Costiera: “Tenuti a garantire assistenza a chi è in pericolo, senza distinzioni”

ROMA - “La Convenzione internazionale sulla ricerca e il soccorso

Pubblicato:03-05-2017 10:16
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:10

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ROMA – “La Convenzione internazionale sulla ricerca e il soccorso in mare del 1979 (SAR) richiede agli Stati parte di garantire che sia prestata assistenza a ogni persona in pericolo in mare, senza distinzioni relative alla nazionalità o allo status di tale persona o alle circostanze nelle quali tale persona viene trovata, e a fornirle le prime cure mediche o di altro genere e a trasferirla in un luogo sicuro”. Lo ha detto il Contrammiraglio Nicola Carlone, Capo del III Reparto Piani e Operazioni del Comando generale del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, nel corso dell’audizione al Comitato Schengen, rispondendo a una domanda della presidente Laura Ravetto (FI).

“Non avendo tutti gli Stati ratificato la convenzione- ha continuato-, le linee guida dell’Organizzazione marittima Internazionale (IMO), un’agenzia delle Nazioni Unite, prevedono che il primo MRCC (Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo) chi riceva notizia di una possibile situazione di emergenza SAR ha la responsabilità di adottare le prime immediate azioni per gestire tale situazione, anche qualora l’evento risulti al di fuori delle propria specifica area di responsabilità”.

Riguardo allo specifico scenario del Mediterraneo Centrale “occorre- ha evidenziato Carlone- aggiungere che la Libia e la Tunisia hanno sì ratificato la Convenzione SAR ma non hanno finora provveduto né a dichiarare formalmente quale sia la loro specifica area di responsabilità SAR per la quale si impegnano ad assicurare un’organizzazione in grado di garantire efficienti servizi SAR, né a costituire detta specifica organizzazione in conformità ai criteri previsti dalla normativa internazionale”.


“Tutta la vastissima area del mar Libico a sud dell’area SAR posta sotto responsabilità maltese, fino al limite della acque territoriali libiche, non risulta posta sotto la responsabilità di alcuno Stato e, conseguentemente, di alcuna specifica organizzazione SAR”, aggiunge il Contrammiraglio Nicola Carlone.

“Questa situazione- termina Carlone- determina che la responsabilità di assumere il coordinamento delle operazioni di soccorso in questa vastissima area ricade inevitabilmente nel primo MRCC (Centro di soccorso e coordinamento marittimo) che abbia notizia di un potenziale evento occorrente indetta area”.

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