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VIDEO | Famiglia, la giovane profamily: “Salvini e Meloni? Un po’ paraculi”

Oggi a Roma il Popolo della famiglia raccoglieva firme per il reddito di maternità. L'aborto? per la giovane attivista "si facevano anche prima della legge" e "non tutto quello che è legale è una cosa buona"

Pubblicato:03-04-2019 16:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:19

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ROMA – Non tutte le famiglie erano a Verona lo scorso fine settimana. Al congresso mondiale delle famiglie mancava il Popolo della Famiglia. Non è un gioco di parole ma la sintesi del dissenso politico tra la formazione di Mario Adinolfi e il composito fronte di Brown, Brandi, Gandolfini e Coghe. Una divisione che Adinolfi ha ribadito in piazza Montecitorio stamattina, dove, insieme a un centinaio di militanti, ha presentato le 50mila firme raccolte per il progetto del reddito di maternità, mille euro al mese alle madri per i primi otto anni di vita del figlio.

A differenza del cartello riunito a Verona, “noi rifiutiamo le strumentalizzazioni. Noi siamo come le ostetriche, facciamo sbocciare le idee che le persone hanno già. Noi siamo stati per strada non il 3 aprile ma il 3 gennaio, quando c’era il ghiaccio per strada. Noi vogliamo essere popolari“.


Il Popolo della famiglia punta a candidarsi alle europee, non a sostenere la coalizione di centrodestra, come faranno le sigle di Verona. Eppure i contenuti sono prevalentemente gli stessi. A cominciare dal ‘no’ all’aborto. ‘No’ al divorzio. Sì a una visione più tradizionale della donna.

Non pensi che la figura della donna sia svalutata?

“No, io frequento i centri di aiuti alla vita e vedo che ci sono tante ragazze madri che non vogliono abortire e si trovano costrette a farlo per difficoltà economiche”, risponde Nicoletta Rossi, giovane militante.

Quanto al divorzio, “io personalmente non lo farei mai. Preferirei la separazione”.

E sull’aborto?

“Io dico: fatelo nascere comunque il bambino, e datelo in adozione. Molte donne dicono: ‘il corpo e’ mio’. Ma in realtà il corpo è del bambino, perchè è il bambino che muore”.

A Gandolfini, Coghe, Brandi cosa diresti?

“Non sono così esperta. In questi ambiti è brutto allontanarsi, separare tutti i movimenti della vita indebolisce il fronte”.

Molti politici che sostengono questi movimenti hanno vissuto come tanti storie di divorzio o di figli nati fuori dal matrimonio. Anche Adinolfi, se non sbaglio. E Meloni. E Salvini.

Adinolfi ha ammesso di aver sbagliato. E’ stato onesto con se stesso”.

Non vedi una strumentalizzazione, un po’ di ‘paraculaggine’, come si dice a Roma?

“Loro forse sì. Loro forse sì. Ma non si può giudicare la coscienza“, risponde Nicoletta che aggiunge: “Che poi gli aborti anche se non fossero legali li farebbero comunque”. A chi le fa notare che questo è uno dei motivi per cui c’è la legge 194, per proteggere la donna da pratiche sanitarie illegali, Nicoletta risponde: “Sì ma questo è un po’ lo stesso motivo per cui Salvini vorrebbe riaprire le case chiuse, ma non è  detto che tutto ciò che è legale sia una cosa buona“.

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