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Islam, Souad Sbai: “Il velo non è nel corano, è politica”

L'intervista a Souad Sbai, esperta di diritti delle donne e di mondo islamico, presidente di Acmid Donna onlus e Centro Alti Studi Averroe'

Pubblicato:03-04-2019 14:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:18
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https://www.youtube.com/watch?v=NLeEjzh1Q-I

ROMA – “Quando sono arrivata in Italia dal Marocco, 37 anni fa, ero gia’ ‘occidentale’. Portavo jeans e maglietta e le italiane al mare erano molto piu’ coperte di me”. A raccontarlo alla Dire e’ Souad Sbai, esperta di diritti delle donne e di mondo islamico, presidente di Acmid Donna onlus e Centro Alti Studi Averroe’, che, intervistata dall’agenzia Dire, si e’ detta sorpresa e stupita quando ancora sente dire in Italia, a proposito di donne islamiche, “dobbiamo occidentalizzarle. I Paesi arabi moderati- ha spiegato- sono molto avanti. E’ qui in Italia che sono tornate indietro di quasi 20 anni”.

https://www.youtube.com/watch?v=FfObQcLQcqs


“60% BAMBINE DI FAMIGLIE ESTREMISTE IN ITALIA NON VA A SCUOLA”

“L’estremismo esiste ed e’ un progetto politico della fratellanza musulmana. E Paesi come il Qatar lo finanziano”. E’ chiara la distinzione che Souad Sbai ha presentato tra religione musulmana ed estremismo, sottolineando quanta poca conoscenza ci sia di questo mondo nelle posizioni diffuse e anche nel dibattito mediatico. “Il velo e’ politica sulla testa delle donne e nel Corano non c’e”, ha spiegato Souad Sbai, che anzi ha ricordato quella “‘sura’ in cui si dice di coprire il seno e non la testa”. Tradizioni, racconti e religione islamica nel dibattito attuale e nella cronaca sono confusi e poco conosciuti: “Mi trovo con tante persone che sono contro tanto per esserlo”. Souad Sbai ha parlato del suo impegno con l’associazione delle donne magrebine di cui e’ presidente e delle difficolta’ che vivono tutt’ora in Italia le donne che sono arrivate anche 20 anni fa, da famiglie islamiche e magari da contesti rurali, che sono rimaste prigioniere di estremismi familiari e non hanno vissuto i processi di emancipazione nei loro processi di origine, “ne’ sono state aiutate nell’integrazione alla conoscenza dei diritti qui garantiti. Sono donne che magari non sanno prendere un autobus, ne’ sanno scrivere e leggere nella loro lingua d’origine”. E le figlie di queste donne le stiamo perdendo. “Nell’ultimo anno e mezzo il 60% delle bambine, di queste famiglie- parliamo di un 6-7% delle comunita’ presenti sul territorio- non frequenta piu’ la scuola dell’obbligo. Questo e’ il mio dramma”.

“INFIBULAZIONE NON E’PRATICA ISLAM. A RISCHIO ALCUNE BAMBINE”

“In Italia si ha una percezione della donna araba molto sbagliata. Qui ci trattano come magrebine e immigrate- ha detto Souad Sbai a proposito del rapporto tra diritti civili delle donne e Islam- ma nei nostri Paesi d’origine, pensiamo a Marocco, Tunisia, Iran, Turchia le donne arabe sono avanti, anche se quelle societa’ sono ancora maschiliste. Non mi preoccupa la donna araba li’, ma quella che sta qui”. Sul rapporto tra le mutilazioni genitali e l’Islam Souad Sbai ha chiarito che “l’infibulazione non e’ una pratica islamica, non ha a che vedere con l’Islam, ma e’ una tradizione faraonica.

Purtroppo alcuni paesi musulmani, come Sudan o Nigeria, l’hanno conservata. In alcune moschee- ha chiarito ancora Sbai con un esempio- magari un imam, originario della Somalia e di scarsa cultura, porta avanti questa sua tradizione, la inserisce come legge e una famiglia rurale, poco acculturata, la segue”. Alcune bambine che vivono in Occidente- e’ l’allarme che ha lanciato Sbai- corrono il rischio di essere infibulate quando vanno in vacanza nei Paesi d’origine dove e’ presente questa tradizione.
Ricordiamo- ha spiegato- che l’infibulazione peraltro non ha nulla a che vedere con la circoncisione maschile, perche’ e’ una mutilazione vera e propria del corpo della donna. Bisognerebbe- ha sottolineato- scriverlo in aeroporto, appena si arriva nei Paesi occidentali dove esistono diritti e liberta’ e le leggi sono piu’ avanzate ‘che i bambini non vanno toccati’ perche’- ha ricordato- nei Paesi arabi non esiste una donna infibulata, ma esiste in alcuni paesi dove sopravvivono queste tradizioni non islamiche e in Occidente dove tante bambine tornano mutilate”.

https://www.youtube.com/watch?v=yGQS-wNGyZc&feature=youtu.be

“CONGRESSO VERONA: ALCUNI PERSONAGGI SOMIGLIANZA CON ESTREMISTI ISLAMISTI”

“Siamo tutti d’accordo sulla festa della famiglia” ha commentato Souad Sbai sul recente Congresso di Verona. “Combatto l’estremismo islamista- ha ricordato Sbai- da molti anni e su alcuni personaggi ho visto somiglianza”.
E’ sul piano delle proposte di aiuto concreto per le famiglie che Sbai ha denunciato l’assenza di misure concrete. “Prendiamo l’esempio francese in cui la donna incinta riceve un assegno dallo Stato fino al secondo anno del bambino, premi per l’allattamento, asili nido nel lavoro”. Parlare di famiglia non puo’ significare che “le donne tornino ai fornelli”.

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