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Camera, prove d’intesa tra Pd e M5s per Boccia in commissione Speciale

Fraccaro possibilista, centrodestra frena: "Non c'e' nessuna prassi"

Pubblicato:03-04-2018 17:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:43

camera dei deputati
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ROMA – Alla vigilia del primo giro di consultazioni al Quirinale il Partito democratico e il Movimento 5 stelle, dopo il grande freddo sulle nomine per l’ufficio di presidenza, tornano a parlarsi e cercano un accordo per eleggere Francesco Boccia alla presidenza della commissione Speciale della Camera. Si tratta di una commissione di ‘collegamento’ tra vecchia e nuova legislatura, serve al nuovo parlamento per varare gli atti del governo nel periodo di transizione in cui le commissioni parlamentari non si sono ancora insediate. Di solito dura poche settimane, ma se la gestazione del governo si prolungasse, potrebbe restare in carica per mesi. Domani si insedia la commissione speciale al Senato, coi Cinque Stelle che rivendicano la presidenza. Alla Camera l’aula votera’ l’istituzione martedi’ prossimo. Ma non dovrebbe essere un esponente del centrodestra a presiedere l’organismo. A Montecitorio un’intesa tra Pd e Cinque Stelle potrebbe portare Francesco Boccia alla guida della commissione.

“La scorsa legislatura si era prestata attenzione alla prassi di eleggere presidente della commissione Speciale il presidente della commissione Bilancio uscente”, spiega il capogruppo Pd, Graziano Delrio, citando il precedente del 2013, quando toccò a Giancarlo Giorgetti della Lega. Delrio sottolinea di aver chiesto in conferenza dei capigruppo “che si consolidasse questa prassi. Adesso vediamo”. Possibilista Riccardo Fraccaro, neo questore di Montecitorio e fedelissimo di Luigi Di Maio. “Io non conosco questa prassi però se noi ci prendiamo la commissione al Senato qui alla Camera potrebbe andare così…”, risponde alla domanda del cronista.

Fonti del Pd vicine al dossier confermano che la partita si gioca proprio su una possibile intesa con i pentastellati. “Stiamo cercando di ragionare con il M5s per arrivare alla conferma di Francesco Boccia”, è il ragionamento illustrato alla Dire. Peraltro, Boccia è un esponente della minoranza dem vicino a Michele Emiliano che dal 5 marzo continua a ribadire che il Partito deve abbandonare l’Aventino per facilitare la formazione di un governo 5 stelle. L‘idea di lasciare le presidenze delle due commissioni parlamentari a M5s e Pd non convince il centrodestra. Decisioni non sono state prese, spiegano sia da Forza Italia che da Fdi, ma la sensazione è che al momento la volontà della coalizione uscita vincitrice dalle urne sia quella di mettersi di traverso. Da registrare la posizione defilata della Lega che tace, proprio per aver beneficiato del precedente della scorsa legislatura con l’attuale capogruppo Giorgetti. Da Forza Italia è Roberto Occhiuto a mettere dei paletti: “Non c’è una prassi consolidata, solo un precedente ma altre volte è andata diversamente”. Si sfila il presidente dei deputati di Fdi, Fabio Rampelli: “Boccia? Sì è una prassi parlamentare, ma il presidente va votato, quindi vedremo…”.


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