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Industria 4.0, al Sant’Anna di Pisa convegno su temi aperti e chiavi per il successo

PISA - 'Industria 4.0: le condizioni di necessità, i temi aperti, le chiavi del successo': questo il titolo

Pubblicato:03-04-2017 16:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:04

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PISA – ‘Industria 4.0: le condizioni di necessità, i temi aperti, le chiavi del successo’: questo il titolo dell’Anteprima Technology Forum 2017, svolto oggi a Pisa per il trentennale del Sant’Anna. Tappa finale del percorso tracciato dalla Community InnoTech di Ambrosetti Club versi il Technology Forum 2017, l’Anteprima Technology Forum propone un analisi sulle condizioni necessarie per dare vita ad un’azienda 4.0 e alle sfide aperte per quelle aziende che abbiano già compiuto il salto decisivo verso l’interoperabilità tra sistemi fisici e sistemi digitali e tra questi e l’essere umano.



SANT’ANNA: PERDITA POSTI? IPOTESI INFONDATA

“È un’ipotesi infondata. Il nostro Paese deve creare posti di lavoro con la tecnologia. E, quindi, deve puntare a un mercato della conoscenza e sulla scienza e quindi su nuovi prodotti, nuove tecnologie da poter mettere sul mercato, creando così lavoro più qualificato, quello al quale ambiscono i nostri giovani. Di conseguenza, non vedo un vero problema”. Così il rettore del Sant’Anna di Pisa, Pierdomenico Perata, parlando con la ‘Dire’ a margine di un convegno sull’industria 4.0 organizzato proprio oggi da Ambrosetti nella sede della scuola superiore di studi universitari, premessa del Technology forum 2017, che è in programma per il mese di maggio.

“Ignorare il fatto che esista un modo di fare industria diverso da quello attuale, e non credere che la rivoluzione 4.0 sia ineludibile vuol dire, quello sì, condannare i nostri giovani alla disoccupazione- insiste sul punto- Il mercato è già molto competitivo e il nostro Paese non può certo competere col costo del lavoro. Deve competere con la qualità dell’occupazione e con la capacità dei nostri giovani di creare nuovi prodotti”.


Il rettore Perata promuove il piano del ministro Carlo Calenda, che ha previsto investimenti per 1,3 miliardi di euro. “È il primo vero progetto credibile che va nella direzione dell’industria 4.0- ammette- quindi lo guardiamo con ottimismo, pensiamo che sia un primo passo ben fatto, perché prevede una molteplicità di azioni a favore delle imprese che adottano i modelli di sviluppo e anche per le università che sapranno mettersi in gioco, aumentando la capacità di fare sistema col mondo delle aziende”.

Un ruolo significativo passerà anche dallo stesso Sant’Anna. “Possiamo fare quello che facciamo già da molti anni- sottolinea il rettore- cioè mettere al servizio del mondo dell’industria le nostre competenze. Per questo- aggiunge-, crediamo che la scuola possa ben rappresentare il modello di centro di competenza che il ministro dello Sviluppo Economico ha pensato nell’ambito del progetto dell’industria 4.0”. Vale a dire, “l’università come luogo ove le imprese trovano le competenze per poter innovare e cambiare il proprio modello di processo e i propri prodotti, utilizzando le tecnologie abilitanti dell’industria 4.0, quali il cloud, la sicurezza informatica, la robotica, la realtà virtuale, per citarne solo alcune”.

L’incontro alla scuola Sant’Anna organizzato da Ambrosetti club, che a sua volta fa riferimento a 300 amministratori delegati, si articola in 4 tipi di interventi: le caratteristiche dell’ecosistema efficace per l’innovazione; una tavole rotonda sul tema del lavoro, delle tecnologie e del management dell’innovazione; un dibattito sulle fonti di finanziamento per gli investimento; un confronto con le aziende che sono passate dalla teoria alla pratica.



AMBROSETTI: SU OCCUPAZIONE NO CATASTROFE

“Noi crediamo che effettivamente ci sarà una grande trasformazione, anche nel mercato del lavoro. Si leggono delle previsioni catastrofiche, da parte di vari studi internazionali, sull’impatto che l’automazione e la robotica avranno sull’occupazione”. Ad affermarlo alla ‘Dire’ è Federica Alberti, capo del settore Innovazione e tecnologia dell’European House di Ambrosetti.

Proprio oggi, al Sant’Anna di Pisa, Ambrosetti tiene un convegno sull’industria 4.0, premessa del Technology forum 2017 calendarizzato per il mese di maggio. “Noi sinceramente non siamo così negativi- confida- ci allineiamo a quelle previsioni che vedono sì, da un lato, una perdita di posti, ma dall’altro anche la possibilità di rinnovare le competenze, utilizzando la forza lavoro in modo più innovativo. Magari per creare anche nuova occupazione”. Un aspetto, quest’ultimo, che verrà affrontato al forum sulla tecnologia del mese prossimo. Verrà presentato uno studio, che dopo quello realizzato a Oxford tratta l’impatto delle tecnologie sul mondo del lavoro. “La posizione che esprime- prosegue- è quella che condividiamo, ed è più moderata rispetto ad altre analisi”.

Complessivamente, può esserci una tenuta dei posti di lavoro, è il messaggio di fondo secondo Alberti. “Riteniamo che ciò possa avvenire a condizione che ci si impegni molto sul tema delle competenze. Non a caso, l’anteprima del Technology forum si realizza in una scuola prestigiosa come il Sant’Anna- rileva-, perché riteniamo che l’università in questa sfida abbia un ruolo centrale”. L’istituzione accademica, a sua volta, “è chiamata davvero a un grande salto e un grande avvicinamento al mondo del lavoro. Il piano del governo ha posto le basi, le condizioni per lavorare in modo positivo- chiarisce- Ora la risposta deve arrivare dall’ecosistema, dal lato delle imprese, dal mondo dell’università e della ricerca, e deve continuare naturalmente col supporto delle istituzioni”.


CARROZZA: FAR PARTIRE BANDI PER CENTRI RICERCA

“Intanto, bisogna attuare fino in fondo il piano Calenda. Per esempio, bisogna far partire i bandi per i centri di competenza, a cui la scuola superiore Sant’Anna aspira a concorrere. E poi, certamente, è necessario raggiungere il più possibile le imprese. Bisogna coinvolgere, soprattutto, le piccole e medie imprese in questa battaglia per l’aggiornamento e il progresso tecnologico, perché rischiano di essere tagliate fuori anche per l’impossibilità di avere personale da dedicare a questi temi”. Lo dichiara alla ‘Dire’ la docente di Bioingegneria industriale e parlamentare del Partito democratico, Maria Chiara Carrozza, a margine di un incontro sull’industria 4.0, organizzato da Ambrosetti come premessa del Technology forum di maggio, alla scuola superiore di studi universitari Sant’Anna di Pisa.

“È molto importante quello che viene fatto in questo Technology forum- aggiunge- proprio per raggiungere a livello capillare il più possibile e coinvolgere in questo processo” le aziende. Carrozza sollecita anche a guardare con attenzione le best practice che si sono affermate a livello internazionale. “Sicuramente- riprende il ragionamento- un modello da ripercorrere secondo me è quello del sistema Catapult, nel quale si favorisce la trasformazione di scienza in innovazione. Dall’altra- continua- anche la Commissione europea” offre un buon esempio da imitare, “con le flagship: sono grandi progetti collaborativi finalizzati a rilanciare il progresso tecnologico, questa trasformazione di scienza in tecnologia”. Un altro caso di successo, “è quello di quantum tech, ovvero le tecnologie quantistiche che sono dedicate sviluppare gli strumenti per il super computing del futuro”.

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