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Regeni, l’avvocato: “Nella morte di Giulio coinvolti altissimi ufficiali della National Security”

L'attacco del legale: "Si è trattato di omicidio di Stato"

Pubblicato:03-04-2017 11:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:04

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ROMA – “Oggi siamo nelle condizioni di dire che il rapimento, la sparizione e la morte di Giulio Regeni coinvolge direttamente altissimi ufficiali della National security egiziana“. Lo spiega Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni, in conferenza al Senato.

“Sappiamo, ed è dolorosissimo, che questi due alti ufficiali hanno contatti con amicizie Al Cairo di Giulio, abbiamo i nomi di queste persone– continua l’avvocato- e conferme, a 14 mesi dal ritrovamento del corpo, che gli apparati di polizia sono stati coinvolti nella sparizione di Giulio”. Il legale conferma di conoscere “anche il luogo di detenzione di Giulio, dove è stato almeno 8-9 giorni. Un luogo non comune ma nella disposizione degli apparati dello Stato”, quindi dove “torturare qualcuno con gli strumenti giusti. I nostri consulenti hanno visto centinaio corpi torturati e mai, dicono, avevano visto qualcosa del genere. Ci hanno detto che è morto ‘peggio di un egiziano'”.


I fili ora paiono unirsi. “Per varie forme di meschinità- continua l’avvocato Ballerini- anche molti amici hanno venduto Giulio. Non sappiamo i mandanti, non sappiamo la regia, non conosciamo la verità processuale ma la intuiamo anche se non sappiamo il perché“. Dall’Egitto, aggiunge il legale, “mi dicono che non posso capire perché sono nata nella cultura dei diritti”.

La famiglia chiede, per conto del legale, i fascicoli di Giulio e i video delle telecamere a circuito chiuso delle metropolitane, “ma ad oggi la situazione non si è sbloccata- ripete il legale- pare che non vogliono consegnare quei video. Il procuratore ha però ammesso, ed è già un passo avanti, che Giulio era un ragazzo esemplare, pur essendo attenzionato in quei giorni dalla polizia. Questo però ci fa dire, oggi, che si è trattato di un omicidio di Stato perché Giulio in realtà era stato attenzionato praticamente da subito“, conclude.

LA MADRE: IN OCCIDENTE MAI VISTE FOTO DI UN CORPO TORTURATO COME QUELLO DI GIULIO

“Da subito ci e’ stato chiesto se avremmo mai mostrato una foto di nostro figlio morto. Ci abbiamo pensato molto perché sarebbero foto che nessuno ha mai visto almeno in Occidente. Forse quello che hanno fatto a Giulio, e lo dico con rispetto, non lo hanno fatto mai nemmeno ad un egiziano. Quindi abbiamo preferito di no, pensando che avrebbe fatto star troppo male le persone”, commenta Paola Regeni.

Una foto, sostiene però la madre, “andava mostrata. Si tratta di un muro di Berlino, fatto da writer egiziani. Emblematica la scritta che riporta di un ‘Egitto ferito’ e di un ragazzo ‘ucciso come un egiziano’. Il muro ora si sta scrostando, anche questo- conclude Paola Regeni- simboleggia forse il male subito da Giulio”.

“IL PAPA IN EGITTO 28-29 APRILE, SI RICORDI DI GIULIO”

“Un appello a papa Francesco che il 28-29 aprile andra’ in Egitto per una visita storica- dice la mamma di Regeni-. Siamo sicuri, proprio perché lo abbiamo incontrato, che una volta là non potrà non ricordarsi di Giulio e unirsi alla nostra richiesta di verità necessaria per avere pace”.

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