Tg Sanità, l’edizione di lunedì 3 marzo 2025

Si parla di medici di famiglia, polmoniti, malattie rare, Covid e formazione dei medici in Africa

Pubblicato:03-03-2025 13:51
Ultimo aggiornamento:03-03-2025 13:52

Getting your Trinity Audio player ready...
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

MEDICI FAMIGLIA. SCHILLACI: -13% DA 2017 A 2023. MEDICINA GENERALE NON SIA RIPIEGO
“I dati parlano chiaro: dal 2017 al 2023 abbiamo assistito ad una diminuzione del 13% dei medici di medicina generale e il numero dei massimalisti è aumentato del 42%: questo è segnale di un sistema sottopressione”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, rispondendo la settimana scorsa al question time alla Camera ad una interrogazione presentata da Maurizio Lupi (Noi moderati). “L’attuale organizzazione del corso di formazione specifica in medicina generale- ha proseguito Schillaci- non sta rispondendo adeguatamente alle sfide del presente e ne è prova tangibile la questione vocazionale. Molti giovani medici pensano che la medicina generale rappresenti oggi una seconda scelta rispetto alle scuole di specializzazione, considerate più prestigiose e remunerative”.

POLMONITI. BASSETTI: COLPITE 1 MLN PERSONE A SETTIMANA, PEGGIORE INFLUENZA ULTIMI 20 ANNI
Mai così tante polmoniti come quest’anno: l’influenza, in questo 2025, sta colpendo soprattutto sotto forma di infezione respiratoria. E anche chi riesce a evitare la polmonite, se la vedrà con un’influenza ‘tostissima’, con febbre a 39 per diversi giorni di seguito, spesso anche dieci, e una tosse persistente. “Una brutta bestia“, l’ha definita il professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive del San Martino di Genova, che “durerà ancora tutto marzo”. Intervistato da Rai Radio1, Bassetti ha spiegato: “L’influenza prima si risolveva in 3-4 giorni, ora può durare anche 10 giorni e la febbre può arrivare fino a 39 gradi“. Ma il picco è passato? “Abbiamo ancora un milione di persone che se la prendono ogni settimana- ha risposto l’esperto- quindi se il picco c’è stato, diciamo che siamo sul Plateau Rosa”.

MALATTIE RARE. BALESTRAZZI (AIMO): RAFFORZARE REGISTRI EPIDEMIOLOGICI
In Italia esistono numerosi centri di riferimenti regionali per le malattie rare degli occhi e un “pilastro della Rete è il rafforzamento della sorveglianza epidemiologica, mediante l’utilizzo di registri epidemiologici di pazienti e patologie”. Lo ha sottolineato la presidente di Aimo, la dottoressa Alessandra Balestrazzi, in occasione della Giornata delle Malattie Rare, che si è celebrata lo scorso 28 febbraio. Dalle terapie geniche per le distrofie retiniche ereditarie al cross linking corneale per il cheratocono, intanto, la ricerca sta “facendo molto” in ambito oculistico. “Ma l’impegno- ha sottolineato il professor Luca Buzzonetti, primario della Uoc di Oculistica dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù e socio Aimo- deve essere multidisciplinare”.

COVID. PREMIO NOBEL PARISI: IMMUNITÀ GREGGE SAREBBE COSTATA 700MILA MORTI
“Quello che abbiamo visto, durante la pandemia, è che il picco del numero dei morti è arrivato a 20 giorni circa dal lockdown, come è avvenuto in Cina”. Dunque “la chiusura del lockdown ha bloccato l’aumento del numero dei morti e ha contenuto l’infezione”. Così il premio Nobel Giorgio Parisi, in audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus Sars-Cov-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l’emergenza epidemiologica. Il problema, ha spiegato, “è stato che in Italia l’infezione si è diffusa a macchia di leopardo. Si è diffusa prima nel Bergamasco, per motivi storici difficili da capire“. In quell’area “si è raggiunta l’immunità di gregge, nelle altre parti d’Italia non si è raggiunta ed è stata bloccata prima dell’immunità di gregge. Ma è costata l’1% dei morti. Sono morti veri, accertati. Quindi su scala italiana una situazione di quel genere avrebbe portato a 600-700mila morti”.

FORMAZIONE MEDICI IN AFRICA. AL VIA PROGETTO ‘ITESHS’, UNICAMILLUS CAPOFILA
Un ponte tra Italia e Africa. Prende il via il progetto ‘Iteshs’ attraverso il quale l’Ateneo UniCamillus di Roma, come capofila, e le Università di Chieti-Pescara e di Foggia sostengono il potenziamento della formazione universitaria e lo sviluppo di nuove competenze sanitarie in Africa, rafforzando la cooperazione internazionale e il dialogo con i Paesi in via di sviluppo. Il progetto, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Pnrr, è stato presentato nella Capitale nel corso del convegno ‘Salute e innovazione nel Piano Mattei: nuove prospettive educative e transculturali per la cooperazione sanitaria internazionale’. Presenti all’evento, oltre al Rettore di UniCamillus, Gianni Profita, anche il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani. A portare il suo saluto, con un messaggio scritto, il ministro della Salute Orazio Schillaci. “Grazie a Iteshs- hanno spiegato- sarà trasferita la qualità della formazione medica italiana in Somalia, Camerun ed Etiopia, dove saranno create le basi per un sistema sanitario più forte e indipendente”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it


California Consumer Privacy Act (CCPA) Opt-Out IconLe tue preferenze relative alla privacy