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Futuro del Pd: Schlein e Bonaccini ‘uniti’ a Bologna, ma non basterà

L'editoriale del direttore Nicola Perrone

Pubblicato:03-03-2023 20:02
Ultimo aggiornamento:03-03-2023 20:19

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ROMA – La nuova leader eletta dal popolo del Pd e il segretario che avevano scelto gli iscritti Dem. È durato un’ora e mezzo il  faccia a faccia tra Elly Schlein e Stefano Bonaccini nella sede provinciale del partito a Bologna. Tra una settimana ci sarà l’assemblea nazionale del partito quella che dovrà ufficialmente sancire l’elezione della nuova segretaria. Fatti i conti dei delegati eletti alla fine, come da risultato finale, la nuova leader può contare sulla maggioranza ma non proprio ampia. Di qui la necessità di ‘stringere’, di mostrarsi e lavorare uniti per non scatenare voglie di rivincita totalmente fuori luogo.

“Ci siamo trovati- dice Schlein- nella necessità di assicurare la massima unitarietà all’avvio di questa fase nuova per il Pd. Abbiamo avviato un confronto che proseguirà in questi giorni, perché l’interesse comune che abbiamo è proprio quello di lavorare insieme sul rilancio di questo partito e sulle prossime sfide che ci aspettano”. Da parte sua Bonaccini spiega di aver voluto ribadire a Schlein “quello che ho sempre detto durante il congresso, che se fosse toccato a lei avrei fatto in modo di dare una mano. Le forme e i modi le vedremo, nei prossimi giorni valuteremo insieme cosa è più utile disporre dal punto di vista operativo e dei ruoli. A me quello che interessava oggi, e sono molto soddisfatto, è provare a dare davvero unità a questo Pd. Ne ha sofferto nel recente e lontano passato, vorremmo evitare di nuovo fratture o divisioni personalistiche o caratteriali. Penso- conclude poi il presidente dell’Emilia-Romagna- che le magliette che abbiamo indossato ognuno di noi al congresso vadano tolte, adesso c’è solo la maglietta del Pd. Nei prossimi giorni insieme torneremo ad incontrarci e valutare”.

Alla fine, già volano le scommesse, in molti già danno Bonaccini in pole position per la presidenza del partito. Ma per la nuova segretaria non sarà comunque facile, le aspetta un difficile percorso soprattutto di ricucitura col popolo dei militanti, alla fine sempre cornuti e mazziati. Lo si è visto nel corso di questi anni, col puntare sempre sulla figura del leader solitario sostenuto per forza dai militanti che alla fine però contavano poco o niente visto che tanto toccava al popolo delle primarie l’ultima parola. Proprio per questo, e la nuova segretaria lo ha subito fatto intendere, bisognerà riprendere il filo e riorganizzare il partito proprio riportando al centro il peso dei militanti. Per questo Schlein ha insistito e insisterà sul tesseramento, per questo molto presto bisognerà rimettere mano alle regole interne per riportare il confronto politico tra le aree sulle diverse proposte e non su quel candidato contrapposto all’altro. Insomma, bisogna ricreare un clima dove tutti si sentano partecipi di una scelta collettiva costruita attraverso procedure interne di discussione e partecipazione, una vera riforma del partito.


Per quanto riguarda gli altri temi spinosi, presto la nuova leader dovrà usare e indicare parole chiare sulla linea politica da tenere prima di tutto sulla guerra in Ucraina, sul votare o meno i nuovi decreti che il Governo Meloni metterà in campo per l’invio di armi anche più sofisticate all’esercito che si batte contro la Russia di Putin. Per quanto riguarda poi l’altro tema fondamentale, quello dell’identità da ridefinire e della nuova cultura da far circolare tra i Dem, viene subito da pensare alla ‘profezia’ di Augusto Del Noce, un filosofo per niente amato a sinistra ma che più di 40 anni fa aveva messo per iscritto quello che sarebbe accaduto e che avrebbe devastato soprattutto la sinistra. L’avvento di un nuovo totalitarismo che non usa la forza ma la seduzione, non i divieti ma i desideri. Al posto del paradiso in cielo la liberazione sessuale subito qui sulla Terra col piacere a disposizione per ognuno.

Sul piano sociale, per Del Noce, sarebbe presto tramontato l’orizzonte della lotta di classe, a guida operaia e proletaria, con l’arrivo di una neo-borghesia che lotta contro la repressione: Marx cede il posto a Freud e Reich. E proprio a sinistra, immaginava Del Noce  – ed è quello che potrebbe diventare adesso il Pd – la nascita di un partito radicale di massa le cui battaglie non riguardano più in prima battuta le ingiustizie sociali, le disuguaglianze economiche ma i diritti civili,i temi bio-etici e tutte le battaglie per l’emancipazione, sempre incentrate sull’individuo. Tocca alla nuova leader e ai nuovi dirigenti che chiamerà ad affiancarla dimostrare che non sarà così, che non è affatto vero che si resterà fermi sulle rispettive posizioni, descritto bene dal nostro vecchio e saggio amico Stanislaw Jerzy Lec: “Ci guardammo negli occhi: io vidi solo me, lei soltanto sé”. 

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