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VIDEO | Udito Italia: “Ascoltiamo in modo sicuro per una migliore qualità della vita”

L'Organizzazione mondiale della sanità lancia l'allarme: "Una volta perso, non si recupera"

Pubblicato:03-03-2022 18:11
Ultimo aggiornamento:03-03-2022 18:11

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ROMA – ‘Per un ambiente (sonoro) a misura d’Uomo e di comunità’. È il titolo del dibattito organizzato oggi presso il ministero della Salute da Udito Italia, in occasione della VII Giornata dell’Udito promossa per celebrare il World Hearing Day voluto dall’Oms. Al centro dell’evento, inserito nel secondo dei due giorni di Hear-a-thon, una maratona dedicata alla prevenzione e sensibilizzazione verso i disturbi uditivi, spazio all’inquinamento acustico, alle tecnologie, alla qualità del suono e al comfort acustico. Nel corso della giornata si è inoltre discusso di corrette abitudini di ascolto, di sicurezza acustica degli ambienti di vita e della necessità di far collaborare imprese, associazioni, enti di ricerca e istituzioni al progetto comune di un ambiente sonoro a misura d’uomo.

I lavori sono stati moderati dalla presidente della Onlus, Valentina Faricelli, e dal giornalista Luciano Onder. Udito Italia Onlus fa parte del World hearing forum (Whf), l’organismo istituito dall’Oms come rete globale per la promozione della salute dell’udito nel mondo. La platea coinvolta, costituita da oltre 100 paesi, ha dato vita a una maratona on line in cui si sono confrontati rappresentanti delle istituzioni, medici, ricercatori, associazioni, operatori sanitari, aziende del settore, giornalisti e testimonial. Tutti a difesa dell’udito. “Quella odierna- ha spiegato la presidente di Udito Italia Onlus, Valentina Faricelli- è stata una giornata davvero ricca di contenuti. Siamo molto soddisfatti, quest’anno il ‘World Hearing Day’ ha avuto un significato particolare, per l’ampiezza del messaggio lanciato dall’Oms e per tutti i suoi destinatari. Quest’anno il significato è stato quello di stimolare le persone a proteggere il proprio udito, ascoltando in modo sicuro, quindi chiamando attivamente le persone a fare qualcosa per il proprio udito”. “In più-ha aggiunto- l’Oms ha emanato delle Linee guida per l’ascolto sicuro nei luoghi di intrattenimento, quindi questa volta ci siamo aperti anche al mondo dell’industria, della scuola e degli amministratori locali per creare città e ambienti a misura d’uomo, a misura di udito. È stato un dibattito interessantissimo tra associazioni, medici, imprese e aziende che si occupano di tecnologia. Il lavoro che ora dobbiamo fare è quello di tradurre in pratiche, in azioni concrete tutte queste idee che possono migliorare la vita delle persone”.

Attorno al tema scelto dall’Oms per la decima edizione ‘To hear for life, listen with care!’ – Proteggi il tuo udito, ascolta responsabilmente!’ – si sono confrontati i relatori, divisi nei vari momenti: focus group, panel, dibattiti e interviste. Il fondatore Udito Italia Onlus e rappresentante italiano dell’Oms in qualità di componente del World Hearing Forum, Mauro Menzietti, ha parlato di rivoluzione culturale: “Oggi- ha affermato- nella Giornata mondiale dell’udito, l’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato un messaggio molto forte: bisogna praticare un ascolto sicuro, adottando tutti quei comportamenti, quelle abitudini e quegli stili di vita che ci permettano di preservare il nostro udito per tutta la vita. Questo perché oggi troppo spesso il volume, nemico numero uno che può creare danni permanenti all’udito, viene praticato in maniera scorretta. Troppo spesso, specie i nostri giovani, usano i dispositivi mobili a un volume eccessivo; troppo spesso ci troviamo in ambienti troppo rumorosi, ambienti ricreazionali come, ad esempio, le discoteche, luoghi in cui la musica viene ascoltata ad un volume altissimo”. “L‘allarme che lancia l’Oms- ha proseguito- è proprio questo: l’udito, una volta perso, non si recupera. I danni da volume eccessivo sono permanenti ma sono del tutto evitabili. Ecco perché l’intera cittadinanza, la popolazione, viene chiamata ad assumere un ruolo attivo. Ecco la rivoluzione culturale, tutti possiamo essere protagonisti della salute del nostro udito, semplicemente abbassando il volume”.


Al dibattito hanno partecipato in collegamento il direttore del dipartimento prevenzione Oms, Shelly Chadha, e i due rappresentanti del World Hearing Forum, Arun Kumar Agarwal e James E. Saunders. Nel corso dei lavori è emerso come spesso non ci rendiamo conto di come la qualità della nostra vita sia strettamente legata alla qualità acustica degli ambienti che abitiamo. Nelle scuole una cattiva acustica può incidere sull’apprendimento e sul comportamento dei nostri figli. Nei luoghi di cura ha effetti sui tempi di ripresa e sulla privacy dei pazienti. Associazioni, medici, imprese sono al lavoro per migliorare, attraverso prodotti e servizi, la qualità acustica delle nostre vite. Gli esperti hanno sottolineato che c’è ancora molto da fare ma che l’Italia non parte da zero.

Su questa parte di dibattito si sono confrontati Mariangela Digneo del ministero dell’Istruzione, Franco Caimi, ad Caimi Brevetti Spa, Francesco Pavani, professore Università di Trento, Center for Mind/brain Sciences – CIMeC, Gaia Spicciarelli, psicologa ricercatrice Università di Padova, Flavia Gheller, ingegnere biomedico, dipartimento di psicologia dello sviluppo e della socializzazione-Università di Padova, Rocco Ortore, medico specialista e referente scientifico ‘Nonno Ascoltami’, Diego Mingarelli, Ceo Diase, Francesco Pollice, vice presidente del Comitato nazionale italiano musica (Cidim) e Carlo Martinelli, General manager Cochlear.

L’informazione in medicina è importantissima- ha informato Luciano Onder– e nel settore dell’udito è fondamentale dare informazioni, perchè le persone che hanno un deficit uditivo sono moltissime, si parla di 7 milioni in Italia, il 12% della popolazione. Le persone devono sapere quanto è importante l’udito, che una volta danneggiato non si può recuperare. Giornate come queste, che cercano di divulgare, di dare le nozioni fondamentali che tutti noi dobbiamo avere e seguire, rappresentano un servizio utilissimo. Si tratta di grande, vera medicina”.

In un’altra sessione dei lavori è stato affrontato il tema dell’inquinamento acustico nelle città, che rappresenta un grave problema per la salute e il benessere di milioni di persone. Disturbi si rilevano nell’umore, nel sonno, nel funzionamento del sistema cardiovascolare e metabolico, fino alla compromissione delle facoltà cognitive, soprattutto nei bambini. Gli esperti hanno reso noto che molto si può fare per migliorare l’impatto acustico delle nostre città, dalla raccolta dati all’elaborazione di mappe acustiche, all’adozione di piani di azione fino all’implementazione di soluzioni per la mitigazione del rumore. Corrado Canovi, segretario Federazione italiana Audioprotesi (Fia), Eleonora Selvi, presidente Federanziani, Fernanda Gellona, direttore generale Confindustria dispositivi medici, Daniele Fornai, direttore tecnico Ecopneus, Francesco Meneghetti, fondatore Fabbrica Digitale ed Edi Cicchi, responsabile nazionale Anci per il Welfare i partecipanti.

Il direttore generale del dipartimento salute della regione Abruzzo, Claudio D’Amario, ha dichiarato che “l’ipoacusia è una patologia fortemente sottostimata e sottodiagnosticata in Italia e in tutto il mondo. Grazie a questa importante campagna di sensibilizzazione, come quella odierna, si sta mettendo a fuoco una problematica di sanità pubblica che negli anni non ha mai avuto la dignità nell’ambito di quelle che sono le patologie con disabilità”. “La disabilità è dovuta al deficit uditivo e coinvolge ormai oltre il 7% dei cittadini italiani- continua D’Amario- numeri di gran lunga più elevati di quelli della prevalenza di alcune malattie sociali come il diabete, ma proprio perché mancano consapevolezza, diagnosi e cultura della diagnosi precoce, spesso, purtroppo, rischiamo di arrivare quando l’adulto ormai, soprattutto nella fase dell’invecchiamento e della senilità, comincia ad avere grandissimi disturbi di isolamento. La cosa più preoccupante è che lo stesso cittadino non ha la consapevolezza di quello che può essere un cattivo ascolto“.

Tecnologia, salute e benessere al centro del panel 3 dei lavori. La tecnologia ha fatto passi da gigante. Abbiamo oggi a disposizione una vasta gamma di dispositivi per il trattamento delle problematiche dell’udito: auricolari, cuffie, apparecchi acustici e impianti cocleari. Internet, intelligenza artificiale e bluetooth permetteranno a questi dispositivi di mappare l’ambiente sonoro e adattarsi ai diversi contesti. Mentre la diagnostica entra nei nostri smartphone attraverso app intelligenti che testano il livello di udito o permettono di rilevare problemi di salute.

Su questo ed altro si sono soffermati Serena Battilomo, direzione generale informatizzazione ministero della Salute, Antonio Gaddi, presidente Società italiana di telemedicina (Sit), Sabina Garofalo, psicologa, referente del gruppo di progetto ‘Psicologia della Sordità’ dell’Ordine degli psicologi della Campania, Federica Di Berardino, medico specialista e referente scientifico Nonno Ascoltami, Sandro Lombardi, presidente Associazione nazionale fabbricanti audioprotesi (Anifa), Mirella Bistocchi, vicepresidente Confindustria Dispositivi Medici, Riccardo Cattaneo, chief regulatory officer Amplifon, Davide Zorzi, managing director Audionova e Fabio Bosatelli, Ambasciatore Udito Italia.

Uno degli aspetti affrontati nel corso della giornata, quello relativo al rapporto tra l’udito sano e la sicurezza stradale. Il segretario dell’Associazione europea audioprotesisti (Aea), Corrado Canovi, ha reso noto che “l’importanza di questa relazione è fondamentale, già stabilita dal Legislatore da oltre 50 anni. Solo che in questo caso manca una fase di controllo strumentale che permetta di verificare quanto sia ancora abile il possessore di una patente e che quindi non crei danni alla propria persona o agli altri nella circolazione stradale, siano essi automobilisti, pedoni, ciclisti e di tutti gli utenti della strada”.

Infine, nell’ultima parte dei lavori, fari puntati sulla qualità del suono, onnipresente nelle nostre vite: nei videogiochi, nel cinema, nel timer di un forno, nelle notifiche di un messaggio, nell’accensione della nostra automobile. Tutto ha un suono e ogni suono è creato in modo tale da trasmettere un preciso messaggio. Proprio per questo è diventato oggi importante lavorare sulla qualità dei suoni degli ambienti di ascolto, per rendere il suono accogliente e gli spazi accessibili a tutti. A parlare di queste tematiche sono stati chiamati Sara Rubinelli, università di Lucerna, dipartimento di Scienze e Politiche della Salute, Renzo Vitale, sound designer, Andrea Griminelli, musicista, Stefano Di Girolamo, presidente del corso di laurea in Tecniche Audioprotesiche dell’università di Tor Vergata, Luigi Di Fermo, Associazione nazionale di acustica (Aia), Roberta Anzivino, medico specialista e referente scientifico Nonno Ascoltami, Davide Topazio, medico specialista e referente scientifico Nonno Ascoltami e Alessandro Bondi, general manager Oticon. 

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