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La storia di Francesca, atleta di para pole dance: “Volteggio sul palo senza protesi”

"Il documentario 'Come una piuma' racconterà la mia storia, in corso una raccolta fondi"

Pubblicato:03-03-2022 17:23
Ultimo aggiornamento:03-03-2022 17:23

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ROMA – Un giorno di quattro anni fa, quando aveva solo 11 anni, Francesca Cesarini ha chiesto alla mamma di iniziare a fare pole dance. Una richiesta forse insolita per una ragazzina di quell’età, ancora di più se quella ragazzina è ‘speciale’, come l’ha definita la mamma Valeria quando ha parlato per la prima volta con Elena Imbrogno della ‘Plume Accademy’, la sua futura allenatrice. Francesca, infatti, è nata senza gli avambracci e senza una gamba (dal ginocchio in giù). Ma la sua disabilità non è stata un ostacolo nell’accostarsi alla pole dance anzi, racconta Elena, “quando è venuta a fare la prima prova in palestra ho visto che si impegnava tanto e faceva anche meglio delle altre. Da quel giorno si è creato un legame speciale tra noi, che va ben oltre il rapporto tra allenatore e atleta. È stata la mia prima esperienza con un’atleta disabile e non ho chiesto aiuto a nessuno. Ho chiesto aiuto a Francesca, le ho detto di guidarmi e di capire insieme cosa fare”.

Tra un libro di Harry Potter e l’altro, tra i compiti di scuola e il tempo trascorso con la sorella e i cugini a Magione, sul lago Trasimeno, dove vive con tutta la famiglia, Francesca ha iniziato ad allenarsi al palo e in poco tempo ha raggiunto risultati tali da decidere, insieme a Elena, di iscriversi ai campionati nazionali e poi mondiali di para pole dance. Nemmeno la pandemia l’ha fermata, nonostante gli allenamenti diradati nei periodi di lockdown e le competizioni rimandate, Francesca ha potuto continuare a esercitarsi a casa, dove ha potuto installare un palo donato dall’azienda ‘The pole’. Così la giovane atleta umbra è riuscita a partecipare alle edizioni online di entrambi i campionati.

“Per le gare online- spiega Francesca- si registrano gli esercizi dopo averli provati e perfezionati. In occasione dei campionati nazionali, sia durante la proiezione del video della prova che durante la premiazione, sono stata tranquilla. Quando invece è arrivata la premiazione dei mondiali e ho visto la mia foto sul podio ho realizzato che era tutto vero, mi sono emozionata e sono scoppiata a piangere“.


La partecipazione di Francesca a queste gare porta con sé una particolarità in più: “Le competizioni- spiega l’allenatrice- sono suddivise in base all’età e alle problematiche dell’atleta, a loro volta definite in problematiche visive, degli arti superiori e degli arti inferiori. Ma la categoria di Francesca non c’è, dato che le mancano entrambe le braccia e una gamba, e così al momento rientra in due di quelle esistenti. Per questo abbiamo fatto richiesta affinché sia inserita la sua categoria nei campionati mondiali”.

Con la pandemia che sembra allentare la sua morsa, Francesca ora guarda al prossimo appuntamento, le competizioni nazionali in programma a fine giugno, sperando che possano tenersi in presenza. In vista della gara, racconta, vorrebbe intensificare gli allenamenti, portandoli da 3 a 4 giorni a settimana. “Anche se non sarà facile- ammette- perché ora ho molti più compiti. Il palo in casa mi sarà molto utile!”.

Timida ma determinata, con una cascata di capelli mossi scuri e gli occhiali, Francesca racconta anche di aver incontrato Bebe Vio, in occasione del servizio che una famosa trasmissione televisiva le ha dedicato. Un incontro e un confronto che le ha dato sicurezza e le ha fatto scoprire di avere un ‘vantaggio’ rispetto alla famosa schermitrice paralimpica: “Io sono nata così e quindi non ho mai sentito la mancanza delle braccia. Mentre lei lo ha sofferto un po’ di più e dato che usa sempre le protesi, quando non le ha ne sente di più la mancanza”.

Proprio l’uso delle protesi delle braccia è un’altra particolarità di Francesca: “Le usavo quando ero più piccola- racconta- ma alla fine delle elementari ho deciso di toglierle perché erano pesanti e ingombranti, la batteria dello stimolatore muscolare durava poco. Ero arrivata al punto di spegnerle per far finta che si erano scaricate e farmi aiutare a toglierle. Così ho smesso di portarle. Invece ho sempre portato e porto ancora quella alla gamba con cui ho imparato a camminare. Con quella diciamo che ‘andiamo d’accordo'” ammette con un sorriso.

Insieme alla famiglia, alla ‘Plume Accademy’ con la quale si allena e ad Elena, col sostegno dell’associazione Mente Glocale, Francesca sta raccogliendo fondi per la realizzazione di un documentario col quale raccontare la sua storia. È stato già realizzato un teaser, intitolato ‘Come una piuma’, per la regia di Daniele Suraci, che supporta una campagna di raccolta fondi volta proprio a finanziare il progetto del documentario. “Oltre a farmi conoscere, al momento non so dove voglio arrivare- ammette con tutta la sincerità dei suoi 16 anni Francesca- Noi abbiamo iniziato questo percorso perché ci sembrava una cosa da provare e da raccontare”.
Il documentario e la raccolta fondi sono disponibili al link https://www.produzionidalbasso.com/project/come-una-piuma-documentario-sport-e-disabilita/.

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