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Meno gas russo? Il piano dell’Agenzia internazionale dell’energia: giù termosifoni e tassa extraprofitti compagnie

L'Aie presenta un programma in dieci punti per ridurre di oltre un terzo l'import europeo di metano dalla Russia rispettando gli impegni climatici

Pubblicato:03-03-2022 15:35
Ultimo aggiornamento:03-03-2022 15:35

termosifone
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ROMA – Abbassare i termosifoni, sostituire le vecchie caldaie con quelle a pompa di calore e aumentare l’efficienza degli edifici per diminuire l’import di gas russo. Per sostenere i consumatori colpiti dal caro bollette, poi, si possono tassare gli extraprofitti delle compagnie energetiche. Queste alcune delle misure suggerite dall’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) nel quadro di un piano in dieci punti per ridurre di oltre un terzo l’import europeo di metano dalla Russia, rispettando però gli obiettivi climatici del Green deal e del Fit for 55.

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Le azioni chiave raccomandate nel piano in dieci punti dell’Aie includono naturalmente la decisione di nuovi contratti per il gas con la Russia, la massimizzazione delle forniture di gas da altre fonti, un’accelerazione su solare e eolico, passi per sfruttare al meglio le fonti energetiche a basse emissioni esistenti, come il nucleare e le rinnovabili e intensificare le misure di efficienza energetica nelle case e nelle imprese. Presi insieme, calcola Aie, questi passaggi potrebbero ridurre le importazioni di gas russo da parte dell’Unione europea di oltre 50 miliardi di metri cubi, ovvero di oltre un terzo, entro un anno. Tutto ciò tenendo conto della necessità di rifornire ulteriormente gli impianti di stoccaggio del gas europei nel 2022.


Aie suggerisce anche “misure fiscali a breve termine sugli extraprofitti per proteggere i consumatori più vulnerabili dai prezzi elevati”, in tal modo si potrebbero “ridurre le bollette energetiche anche quando i prezzi del gas rimangono elevati“. Ancora, l’Agenzia internazionale dell’energia invita a “incoraggiare una riduzione temporanea delle temperature dei riscaldamenti di un grado da parte dei consumatori”, azione che “riduce il consumo di gas di circa 10 miliardi di metri cubi in un anno”, spiega il direttore generale Fatih Birol, “mantenendo inalterato il comfort delle case”.

La sostituzione delle caldaie a gas con quelle a pompa di calore “riduce il consumo di gas di altri 2 miliardi di metri cubi in più entro un anno”, segnala Aie, mentre i miglioramenti dell’efficienza energetica negli edifici e nell’industria possono ridurre “il consumo di gas di quasi 2 miliardi di metri cubi in un anno”. Da nuovi progetti eolici e solari si può ottenere una riduzione dell’uso di gas da 6 miliardi di metri cubi in un anno, osserva Aie.

L’analisi dell’Agenzia rileva che l’Unione europea ha a disposizione “altre strade se desidera o ha bisogno di ridurre la dipendenza dal gas russo ancora più rapidamente, ma con compromessi significativi”. Una “importante opzione a breve termine comporterebbe l’abbandono del consumo di gas nel settore energetico attraverso un maggiore utilizzo europeo del carbone o utilizzando combustibili alternativi, come il petrolio nelle centrali elettriche a gas esistenti”.

Poiché queste alternative all’uso del gas non sono allineate al Green Deal europeo non sono incluse nel piano in dieci punti e oltretutto “possono anche essere costose da un punto di vista economico”. Tuttavia, ricorda l’Aie, “potrebbero spostare grandi volumi di gas in tempi relativamente brevi”. Se l’opzione di sostituzione del combustibile dovesse essere esercitata integralmente oltre alla completa attuazione del piano in dieci punti, ciò “si tradurrebbe in una riduzione totale annua delle importazioni di gas dell’Ue dalla Russia di oltre 80 miliardi di metri cubi, oltre la metà del totale”, 155 miliardi di metri cubi nel 2021, “pur comportando un modesto calo delle emissioni complessive”.

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