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Cingolani: “Una società più giusta è il vero obiettivo della transizione ecologica”

"Io mi sono dato qualche mese, è una cosa urgente- avverte il ministro della Transizione ecologica- dobbiamo creare un documento che sia durevole per le future generazioni"

Pubblicato:03-03-2021 11:42
Ultimo aggiornamento:03-03-2021 12:11

roberto cingolani
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ROMA – “Una società più giusta è il vero obiettivo della transizione ecologica, la ricetta giusta non ce l’ha nessuno, dobbiamo capire cosa fare“. Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, lo dice intervenendo in diretta streaming a ‘Verso la Conferenza Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. Insieme per il Futuro, un rilancio Sostenibile per l’Italia‘.

“La soluzione non è fermare il progresso ma nemmeno dire che in nome del progresso si può fare di tutto”, sottolinea Cingolani, nella transizione ecologica “vanno prese in esame “diverse istanze, che cambiano nel tempo”, ad esempio, “ora che usciamo dal CoViD ci sono istanze diverse da quelle che potremmo avere in un momento di grande prosperità economica“.
Insomma, “non c’è una sostenibilità che va bene sempre, dobbiamo capire di volta in volta cosa fare”, dice il ministro, applicando “un modello adattativo”.

COSTRUIRE AGENDA ECO TRANSIZIONE, TEMA È URGENTE

Di fronte al problema ambientale globale “adesso possiamo cercare di mettere toppe a un processo già partito e che è irreversibile, ma dobbiamo cominciare a guardare al futuro con ottica diversa, quella della prevenzione, prevenire è concetto molto importante”. E “questa per me è la transizione ecologica, tutta da costruire e da adattare”, con una “agenda su cui avremo molto da costruire, spero nell’aiuto di tutti“.
“Io mi sono dato qualche mese, è una cosa urgente- avverte Cingolani- dobbiamo creare un documento, una visione che resti per le future scelte di chi deve fare politica, che sia durevole per le future generazioni”.


DA COVID FORTE SOFFERENZA SOCIALE, RESPONSABILITÀ ENORME

“Il concetto di transizione ecologica va un po’ specializzato”, infatti siamo “in un momento difficilissimo come questo causato dal CoViD” e quindi “le istanze vanno specializzate”, perché siamo di fronte a “una sofferenza sociale elevatissima”. E allora, “la responsabilità è enorme, non solo dobbiamo trovare un giusto percorso ma partiamo da un momento complesso nel quale non si possono ignorare le difficoltà”.

CLIMA, NON ABBIAMO MOLTO TEMPO: SIAMO A FINE PARTITA

Le conseguenze dell’emergenza climatica in atto sono regolate dalla termodinamica, per cui quello che colpisce il clima è “un danno veloce con un recupero lungo”, perché “anche se smettessimo oggi di emettere CO2 il sistema ci mette secoli a raffreddarsi”. Quindi “non abbiamo molto tempo, siamo abbastanza a fine partita”.
Quando pensiamo alle conseguenze dell’emergenza climatica “non parliamo di 500 anni” da oggi ma del fatto “che a fine secolo il problema dell’acqua alta riguarderà le città costiere“, avverte Cingolani, e “i nostri figli saranno presenti” e lo subiranno. E si tratta “di quelli che ci sono già, non tre o quattro generazioni da oggi, trovo questo aspetto molto inquietante”, precisa il ministro.

RECOVERY, SENSORI E AI PER SICUREZZA TERRITORIO E INFRASTRUTTURE

In questa fase, tra i temi “a cui lavoriamo in vista del Recovery” emerge anche quello di come sia “importante osservare il territorio dell’Italia con sensori diffusi”, attraverso l’osservazione ad esempio da “satelliti, droni, sensori sulle pipeline di acqua e gas”. Una prospettiva può essere quella di “riuscire a fondere tutti i dati di questi sensori, metterli in un cloud sicuro dove abbiamo i dati sul territorio, e poi analizzarli con algoritmi, con l’intelligenza artificiale, e monitorare così le perdite delle condutture, la resistenza di strade e ponti. Vivendo a Genova sono molto sensibile a questo argomento, ho visto il Ponte Morandi crollare dalla finestra di casa mia”, ma “queste sono cose che dobbiamo mettere nel paniere”.
L’idea è arrivare a “una nazione smart, sicura, che è capace di prevedere”, auspica Cingolani, e “per riuscirci si devono mettere insieme dati diversi”, una “nazione che deve giocare un ruolo importante per condividere questa visione e consapevolezza”.

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