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Difetti congeniti in oltre il 3% dei nati, il 3 marzo è la giornata mondiale

Per provare a prevenirli si può fare qualcosa già nel periodo preconcezionale. Ne parla Luigi Memo, membro del consiglio Direttivo della Società Italiana di Pediatria (SIP)

Pubblicato:03-03-2020 15:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:05

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ROMA – “Un bambino su quattro che muore nella prima settimana di vita ha un difetto congenito ed i difetti congeniti costituiscono la terza causa dei ricoveri ospedalieri nei primi tre anni di vita”.  Ne parla alla Dire Luigi Memo, membro del consiglio Direttivo della Società Italiana di Pediatria (SIP), ricordando che oggi si celebra la sesta Giornata mondiale dei difetti congeniti.

Un’iniziativa mirata a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sui difetti congeniti, ovvero le anomalie di forma e di struttura di un organo (malformazioni) o funzionali come la sordità e le malattie metaboliche.


“Sono difetti molto eterogenei sia per tipo di organo colpito, sia per gravità ed eziopatogenesi, con una prevalenza intorno al 2-3 per cento riferita ai soli difetti strutturali evidenti entro la prima settimana di vita. Si può calcolare- prosegue Memo- in un Paese come l’Italia che circa 400 bambini ogni settimana nascono con questo tipo di problema“.

Per provare a prevenirli si può fare qualcosa già nel periodo preconcezionale. “Anche se può apparire poco romantico- consiglia Memo- i genitori dovrebbero programmare la gravidanza, arrivando al momento del concepimento già con dei corretti stili di vita. In altre parole i due coniugi, nel momento in cui pensano di mettere al mondo un figlio, dovrebbero iniziare a non fumare, a non bere, ad assumere solo i farmaci prescritti dal loro medico curante e consultarsi con il medico prima della gravidanza. Una donna in sovrappeso, ad esempio, dovrebbe diminuire il suo peso prima della gravidanza- continua il medico- se la donna assume un farmaco per una determinata patologia cronica, dovrebbe concordare con lo specialista qual e’ il farmaco meno pericoloso per il futuro nascituro. Occorre inoltre capire, sempre con il medico di base, se da un punto di vista infettivologico la donna sia già protetta o meno per determinate malattie infettive”.

Memo pensa in particolare “alle infezioni da toxoplasma e citomegalovirus che, se contratte in gravidanza, possono procurare gravi danni al feto. Altrettanto importante avere un’opportuna copertura vaccinale per le malattie prevenibili con la vaccinazione”.

In Italia “ancora molte donne non sono vaccinate contro la pertosse– aggiunge Memo- e, in questo caso, e’ auspicabile che la vaccinazione sia eseguita nel corso della gravidanza”. Anche la vaccinazione antinfluenzale è altamente consigliata in gravidanza.  “Non è chiaro ancora a tutti che molte infezioni virali contratte in gravidanza possono effettivamente essere causa di difetti congeniti“. 

Un ultimo consiglio il medico lo da’ sull’acido folico. “Fino a 20-25 anni fa non si dava grande importanza alla supplementazione con acido folico in gravidanza perché si pensava che la dieta mediterranea contenesse una quantità’ di acido folico congrua. In realtà è ormai dimostrato che, nonostante la dieta mediterranea garantisca una quantità di folati superiore rispetto alla dieta dei paesi del Nord Europa e degli Stati Uniti, anche le donne italiane in gravidanza, o meglio già qualche mese prima del concepimento, dovrebbero assumere 0,4 milligrammi di acido folico al giorno. Si e’ visto in maniera molto evidente- conclude il membro del Consiglio Direttivo della SIP- che l’assunzione di acido folico alle dosi consigliate diminuisce in maniera considerevole la nascita di bambini con difetti del tubo neurale (spina bifida, mielomeningocele, anencefalia), cardiopatia congenita e palatoschisi“.

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