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VIDEO | Brugnaro: “Mi ricandido, sennò si mangiano di nuovo tutti i soldi”

"La città non deve essere riconsegnata "ad una classe politica, espressione del Partito democratico, che ha distrutto Venezia, è un dato di fatto" dice Luigi Brugnaro

Pubblicato:03-03-2020 16:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:05

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ROMA – “Ho fatto il sindaco gratis per cinque anni, ho trovato 800 milioni di debito e l’ho ridotto efficientando… mi ricandido perché sennò questi si rimangiano di nuovo tutti i soldi“. Lo afferma il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, intervistato oggi -in diretta streaming su Facebook- dal direttore dell’agenzia ‘Dire’ Nicola Perrone. “C’è una questione culturale, c’è un partito del no per cui non puoi far niente. Non puoi fare i termovalorizzatori, non puoi cambiare percorso alle navi, non puoi fare il Mose, perché c’è sempre paura per tutto. Ma è giusto farsi domande, però poi alla fine bisogna decidere, chi è classe dirigente deve decidere”. Insomma, la città non deve essere riconsegnata “ad una classe politica, espressione del Partito democratico, che ha distrutto Venezia, è un dato di fatto”, attacca il sindaco, critico con la “partitocrazia”, che porta a “dare sempre a chi ha la tessera giusta”.

Quello che ci vuole invece è “meritocrazia”, sostiene Brugnaro ricordando di non avere alcuna tessera. “Voglio lasciare il Comune dentro un binario di pulizia e di capacità amministrativa e voglio lasciare spazio ai giovani”. In caso di rielezione, quindi, “noi continueremo a fare quello che abbiamo fatto finora”, conclude il sindaco. “È giusto farsi domande, ma poi chi è classe dirigente deve decidere”.


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“NON HO AMBIZIONI NAZIONALI, NÈ AVRÒ TESSERE”

“Non mi sono mai iscritto a nessun partito e non penso di farlo ora. Non ho ambizioni nazionali, voglio solo aiutare il Paese, l’ho fatto per tanti anni quand’ero in Confindustria, lo sto facendo ora e lo farò anche quando andrò a casa, che prima o poi ci andrò”, risponde Brugnaro in merito ad un suo possibile ingresso nel partito dei sindaci.

 


“A REFERENDUM VOTO SÌ, DOBBIAMO FARE RIFORME COSTITUZIONALI”

Al referendum sul taglio dei parlamentari “voterò sicuramente sì”, perché “è stata posta come una questione di efficientamento”. Lo afferma il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, -oggi in diretta streaming su Facebook- intervistato dal direttore dell’agenzia ‘Dire’ Nicola Perrone. “Io sarei d’accordo per fare altri passi, dobbiamo fare le riforme costituzionali, noi abbiamo bisogno di una semplificazione della nostra catena legislativa. Perché rischiamo che per fare una legge ci vogliono due anni e così quando la legge è fatta, al di là di quale legge sia, è vecchia”, continua il sindaco. “Dobbiamo accorciare la filiera”.

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“SU CORONAVIRUS CHIEDIAMO CIFRA IMPORTANTE ALL’EUROPA”

L’emergenza Coronavirus è “la prova del nove” per l’Europa, dove bisogna andare a “domandare una cifra importante”, che deve però poi essere messa in investimenti strategici. Lo sostiene il sindaco di Venezia.

“Siamo di fronte ad un’emergenza nazionale che è anche mondiale, servono almeno 50 miliardi, andiamo in Europa a chiederli a pieno titolo, l’importante è cosa ci facciamo poi di questi soldi”, prosegue Brugnaro che avverte: “Poi guai a chi li mette in spesa corrente”. Servono invece “investimenti negli ospedali e nell’industria. Vogliamo dire che l’acciaio è strategico? Vogliamo dire che Alitalia è strategica? Facciamo un piano industriale serio ed investiamo. Ma ci vuole coraggio, non è facile efficientare”.

Diverso è se “qualcuno pensa di prendere i soldi e distribuirli con le paghette perché ha la campagna elettorale, allora sono il primo ad oppormi”, continua Brugnaro ricordando la sua fondamentale contrarietà a contrarre debito, che lo ha portato ad efficientare la gestione dell’amministrazione comunale per poi effettuare investimenti e realizzare progetti senza aumentare l’indebitamento che, anzi, è stato ridotto.

Due quindi, i principali ingredienti della ricetta del sindaco per rispondere ai danni economici del Coronavirus. Il finanziamento in cassa integrazione in deroga per questa emergenza, anche per categorie professionali come partite Iva e guida turistiche, in modo che possano superare il periodo e mantenere viva la città senza disperdere il patrimonio umano e professionale. E una nuova politica industriale che punti sulle “filiere di eccellenza in Italia, tra cui anche l’agricoltura”. Si tratta di azioni da mettere in campo ora “guardando avanti di due o tre anni”, conclude il primo cittadino.

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