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VIDEO | Rifiuti speciali spacciati per compost, sette arresti nel Foggiano

Nell'inchiesta Bios coinvolte anche altre nove persone, per tutti l'accusa è di traffico illecito di rifiuti

Pubblicato:03-03-2020 14:49
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:05
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BARI – Spacciavano rifiuti speciali per compost, ovvero per fertilizzante organico stabilizzato biologicamente, e così, utilizzando documenti falsi sia contabili che fiscali, li smaltivano illecitamente.

Sono oltre 240mila le tonnellate i rifiuti speciali illegalmente trattati dalle sette persone arrestate e poste ai domiciliari dai finanzieri che hanno condotto l’operazione Bios, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari e che ha interessato il Foggiano.

Altre nove sono indagate, tutte sono accusate di traffico illecito di rifiuti. Si tratta di residenti in provincia di Foggia, zona in cui si trovano le 4 società verso cui è stata avviata la procedura di confisca “come nei confronti di 22 persone fisiche e del profitto illecito conseguito pari a circa 26 milioni di euro”, riferiscono gli inquirenti.


Secondo quanto accertato dalle indagini, le imprese non avrebbero applicato le corrette procedure tecniche per trattare la frazione organica dei rifiuti che, al termine dell’intero processo di riciclo, manteneva le caratteristiche di rifiuto speciale non pericoloso ma non di fertilizzante da destinare al mercato agrotecnico. ”

Successivamente – è emerso dai riscontri dei finanzieri – lo smaltimento avveniva attraverso la simulazione di vendita del presunto fertilizzante” accompagnato da “documenti di trasporto falsi e con una documentazione contabile attestante l’apparente commercializzazione dei rifiuti trattati, con il conseguente abbandono degli stessi su terreni agricoli”. Appezzamenti di terreni che erano riconducibili agli stessi indagati.

Per i finanzieri le ricadute ambientali e sanitarie sono notevoli, tanto che le emissioni odorigene hanno suscitato nei cittadini timori e preoccupazioni perché costretti “a respirare aria infestata dalle esalazioni dei rifiuti sversati sul terreno”. In alcuni casi il finto compost veniva mandato a un recapito falso indicativo di imprese agricole cessate ed estranee alle indagini o inesistenti o sprovviste di aree destinate alla coltivazione o idonei ad accogliere concimi o fertilizzanti.

Sotto sequestro sono finiti 255 terreni agricoli per una complessiva superficie di 353 ettari circa, 48 immobili, 4 complessi aziendali, quote societarie, conti correnti e depositi finanziari.

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